Remake del film argentino/brasiliano Corazon de Léon (2013), scritto e diretto da Marcos Carnevale, il lavoro realizzato dal francese Laurent Tirard è il terzo omaggio a questa storia diversa soprattutto perché racconta l’amore tra un uomo di bassissima statura ed un’avvenente donna. Con lo stesso titolo, sono state realizzate nel 2015 una coproduzione argentino/colombiana diretta da Emiliano T. Caballero e un altro, messicano, iniziato lo stesso anno è bloccato per mancanza di fondi (o, più probabilmente, perché mancava l’accordo con Carnevale).
Mentre l’opera l’originale puntava molto sui toni drammatici (a tratti melodrammatici), la riscrittura fatta da Laurent Tirard, insieme al suo sceneggiatore di fiducia Grégoire Vigneron, punta molto sui toni della commedia. Di questi due cineasti ricordiamo il buon Il piccolo Nicolas e i suoi genitori (Le petit Nicolas, 2009), nato dalla fantasia di René Goscinny, l’ideatore di Asterix, e arricchito dai disegni del famoso illustratore Jean-Jacques Sempé, nonché il mediocre Asterix & Obelix al servizio di Sua Maestà (Astérix & Obélix: Au service de sa Majesté, 2012). Sicuramente un'altra cosa se raffrontata a quello di Carnevale, ma non necessariamente migliore. La sua fortuna è che quale protagonista ha quel Jean Dujardin, vincitore del Oscar per il film muto ed in bianco e nero The Artist. Riesce a dare al suo Alexandre sensibilità, simpatia, credibilità in parte mancante nello script, soprattutto nei toni più seri, quando si raccontano le difficoltà che questa coppia trova all’esterno ma, soprattutto, con sé stessi. Cercare di essere fedele all’originale, mutando completamente il taglio narrativo, non è stata una scelta vincente approdando a un’opera pericolosamente in bilico tra commedia, dramma e incapace di dialogare realmente col pubblico. La difficoltà maggiore, il limite che poi si è imposto in gran parte del film, è la scarsa abitudine da parte degli interpreti di lavorare in una produzione in cui molto è legato a effetti visivi. In varie scene i protagonisti non recitano assieme e sono stati incollati in post produzione, ma quando stanno assieme sono condizionati dall’essere persone di altezza del tutto normale che devono continuare ad immaginare di avere il problema che una ragazza alta può avere con un uomo di meno di un metro e mezzo. Quindi, lei guarda all’altezza dei bottoni della camicia e lui sopra la sua testa. Forzatura dopo forzatura, manca spontaneità e, a tratti, veridicità. Diane è una bellissima donna, brillante avvocato, spiritosa e determinata. Ha appena messo fine a un matrimonio che non la faceva felice ed ora si sente pronta a incontrare l’uomo della sua vita. Riceve una telefonata da un certo Alexandre, che ha trovato il suo cellulare. Durante questa conversazione accade qualcosa, una specie di colpo di fulmine. Alexandre è garbato, spiritoso e a quanto pare anche colto. Diane ne resta affascinata. Ben presto fissano un appuntamento, ma il loro incontro non andrà affatto come previsto perché l’uomo – intelligente, di grande successo, proporzionato, con un viso interessante – è alto memo di un metro e mezzo. Complicazioni e un finale prevedibile.