Nicola Barnaba, nome poco noto ai più, opera nel mondo del cinema ormai da anni come montatore, sceneggiatore e regista soprattutto di corti. Dotato di buon mestiere, nel 2011 ha diretto Enzo Salvi e Maurizio Battista nel buddy movie Una cella in due.
Alla ricerca di chi mettere a capo del loro debutto cinematografico, i comici Pablo e Pedro (alias Fabrizio Nardi e Nico Di Renzo) hanno pensato a lui e, tutto sommato, non hanno sbagliato. Ciao Brother è una commedia degli equivoci non certo riuscita ma che, tra battute di vario tipo e qualità, mette in evidenza le loro qualità attoriali non del tutto malvagie. Scrive la sceneggiatura, senza impegnarsi troppo, l’esperto Giulio Base che basa quasi tutto sulla mimica e sui personaggi portati avanti ormai da anni dal duo romano. Alcune volte, non spessissimo, si ride ma negli altri momenti non ci si sente eccessivamente presi in giro; sensazioni che, invece, spesso si vivono vedendo cinepanettoni o altre produzioni popolari in cui parolacce e ovvietà la fanno da padrone. Vari compagni di ventura appaiono nel cast senza nemmeno essere citati. Fa eccezione Massimo Ceccherini che offre la figura di un tassista (in onore della sua toscanità l’auto si chiama Firenze 47) che combatte nelle prime scene col truffatore e viene gabbato. Oltre a lui, la cantante Mietta (segretaria innamorata di consulente finanziario) e Benedicta Boccoli (moglie incontentabile dello stesso) che risultano funzionali pur senza dimostrare particolare bravura. Il film è in gran parte ambientato a Los Angeles visto attraverso gli homeless e un mondo in cui difficilmente la ricchezza è la vera protagonista. Il problema del film è di volere dire troppe cose parlando di furbizia, amore, truffe, amicizia, emigranti di successo, poveretti destinati al fallimento e di varia umanità che sopravvive a se stessa. A fronte di tutto questo, tante scenette che possono essere anche gradevoli ma che non reggono il peso del film. Un quarantenne, simpatico truffatore di professione, si ritrova a dover fuggire da Roma e sale sul primo aereo in partenza che lo porta a Los Angeles. Giunto in California senza un soldo si arrangia come può, dormendo per strada aiutato da un poveraccio come lui che vede su giornale la foto di un ricco imprenditore italoamericano morto lasciando un'enorme eredità al figlio consulente finanziario. Il defunto assomiglia moltissimo al truffatore che si presenta nella casa lussuosa dell’erede sostenendo di essere suo fratellastro e, dopo vari tentativi infruttuosi di cacciarlo, tra i due nasce una grande amicizia.