Jon M. Chu, trentasettenne regista californiano, ha fino ad ora realizzato opere mediocri quali G.I. Joe - La vendetta (G.I. Joe: Retaliation, 2013) e Jem e le Holograms (Jem and the Holograms, 2015) previsto in uscita a fine mese.
La scelta di affidargli la seconda parte (ed anche la terza, in fase di post - produzione) della saga di questi illusionisti che, con metodi non ortodossi diventano paladini della gente comune, preferendolo al bravo Louis Leterrier è stata poco felice perché questo cineasta ridotto ogni cosa ad un ammasso di scene più o meno frenetiche che mai riescono ad essere vissute emotivamente dallo spettatore. I personaggi spiegano la storia mentre sullo schermo passano immagini che dovrebbero giustificarla: il cinema non è questo, i dialoghi non dovrebbero mai essere così staccati da quanto si vede. Se si pensa che il film dura oltre due ore, si capisce come possa notevolmente annoiare. Il gruppo degli interpreti è lo stesso – o quasi – ma quello che manca è la novità, la voglia di sviluppare meglio l’identità di aiutandoli a vivere in un mondo migliore dove i cattivi hanno le giuste punizioni. Now You See Me 2 è girato anche a Macao per potere utilizzare strutture produttive meno care, ma anche per pubblicizzare questa Las Vegas dell’oriente che i cinesi hanno ereditato dai portoghesi senza saperla gestire. Anche le altre location danno la sensazione di essere state scelte unicamente per proporre accattivanti immagini per potenziali turisti. Non basta lo spiegamento di stuntman per creare azione per cui si ha l’impressione che queste scene non siano inserite nel contesto narrativo: due mondi che non hanno molto in comune. L’errore di avere posto nelle mani di un regista specializzato in scene acrobatiche una sceneggiatura così verbosamente assillante è visibile in ogni momento, perché questo cineasta si trova in un mondo che non conosce e che lo mette a disagio. Lascia agli attori la possibilità di creare qualcosa autonomamente, ma anche questo porta a un ulteriore incapacità di raccontare. Nel gruppo dei cavalieri entra Lula – la mediocre Lizzy Caplan – che dovrebbe fornire un sapore di novità a questo gruppo di soli maschi, ma il suo personaggio è mal delineato e non aggiunge alcuna femminilità al rapporto con i suoi compagni di ventura. Da notare tra i produttori il bravo illusionista David Copperfield. I quattro cavalieri attendono di potere essere di nuovo su di un palcoscenico in cui fare vedere la loro bravura. L’occasione è datata dal solito cattivo che li mette in pessima luce tanto da trasformarli in super ricercati dalla Polizia. Si ritrovano a Macao, sembrano essere dei perdenti ma organizzano una grande esibizione di illusionismo a Londra che li farà nuovamente amare dal pubblico e scagionare dalle accuse che gravano su di loro.