Film che potrebbe far ricordare Billy Eliot (2000) di Stephen Daldry, è basato su di una vicenda senza la pretesa di creare un documentario o un biopic. I fatti narrati fanno parte della storia, ma il modo leggero di raccontare le vicissitudini non rispecchia completamente la drammaticità della vicenda di un nerd che, con grandissima grinta e contro tutti, ha collezionato fallimenti nella vita e nelle attività sportive che lui considerava come unica possibilità per emergere.
Happy End con partecipazione alle Olimpiadi invernali di Calgary del 1988 col salto dal trampolino dei 70 metri e una vicenda umana unica nelle varie edizioni dei giochi voluti da Pierre de Coubertin (1863 – 1937). Ragazzo inglese come tanti, senza particolari qualità, scoprì che quella specialità sportiva non era completamente ostica per lui. Aveva tentato con lo sci classico, ma con le discese non aveva ottenuto risultati di rilievo. Britannico, aveva sciato per la prima volta ad Andalo, durante una gita scolastica, ma il suo desiderio di partecipare alle Olimpiadi sembrava impossibile. Approfittando delle regole del Comitato che garantivano ad ogni Nazione la possibilità di presentare un atleta alle gare e col fatto che da 60 anni nessun britannico gareggiava nel salto, Eddie riuscì nell’impresa di essere accettato. Sempre ultimo in ogni gara, divenne un caso umano importante grazie alla sua gioia, alla capacità di essere felice solo per il fatto di non essere caduto in gara. Aveva, però, battuto molti record nazionali, fermi al inizio del ‘900. Le cronache parlano di un suo rientro trionfale in Gran Bretagna, ma la delusione di non essere più riuscito a partecipare a nessuna altra edizione olimpica perché il comitato aveva reso molto più dura la selezione. Il coprotagonista del film è una promessa d’oltreoceano di quello sport, che era divenuto un ubriacone e che non aveva più gareggiato: è uno dei personaggi inventati dagli sceneggiatori per rendere più interessante quanto raccontato. Il cinquantenne londinese Dexter Fletcher è il co - sceneggiatore e regista del film. Più attivo come attore, è la terza volta che dirige un film dopo il drammatico Wild Bill (2011) e il musical Sunshine on Leith (2013), ambedue di buona qualità e non presentati in Italia. Racconta coi toni un po’ favolistici ed enfatizza troppo alcune scene che diventano strappalacrime, ma in complesso porta a casa un buon prodotto. Protagonista Taron Egerton, nel ruolo del allenatore Hugh Jackman, ma emerge su tutti Christopher Walken che in poche battute tratteggia il mentore e indiretto responsabile del fallimento, del ex atleta statunitense. Storia del saltatore con gli sci britannico Michael Eddie Edwards che con l'aiuto di Bronson Peary, un allenatore ribelle e carismatico, conquista il cuore degli appassionati di tutto il mondo con una prestazione tutto entusiasmo alle Olimpiadi invernali di Calgary nel 1988.