Questo film è stato profondamente voluto da Pelé che ama non essere dimenticato: quando il calciatore e il suo team, la Legends 10, hanno pensato di aggiungere un lungometraggio sulla sua vita agli altri suoi progetti che includono il rilancio del documentario Pelé Eterno (2004) di Anibal Massaini Neto e il romanzo autobiografico Why Soccer Matters di Pelé e Brian Winter, si sono rivolti alla Imagine Entertainment di Brian Grazer che fino ad ora ha ottenuto coi suoi film la candidatura a 43 Oscar e 158 Emmy.
Dalla loro unione è nato Pelé, un film agiografico affidato nella scrittura e regia di giovani documentaristi quali Jeff Zimbalist e Michael Zimbalist. Non ci sentiamo di condannare il lavoro di questi bravi professionisti, probabilmente molto limitati dalle imposizioni dei committenti, ma il prodotto finale è poco interessante e privo di autentico valore storico. Un eccessivo panegirico che dimostra come sia difficile non cadere nel ridicolo quando si vuole raccontare la vita di un personaggio importante a livello mondiale dimenticandosi dei momenti meno gratificanti per chi l’ha vissuta. Vincent D’Onofrio è l’unico che riesca a fornire un minimo di interesse al suo personaggio: è l’allenatore bonario ma anche molto deciso, che aiuta il futuro campionissimo a conoscere se stesso e a maturare, tanto da entrare nella nazionale brasiliana a 17 anni. C’è anche Josè Altafini, antitetico per situazione sociale al suo compagno di avventure, ma viene utilizzato unicamente per dare maggiore luce alle vicende che si vogliono mettere in evidenza. Edson Arantes do Nascimento, nato settantasei anni orsono a Minas Gerais, ha iniziato la sua carriera da professionista all’età di 16 anni nel Santos Futebol Clube, squadra in cui ha giocato per quasi venti anni: nel 1958 ha vinto il primo mondiale, poi ha conquistato altri due mondiali, diventando l’unico giocatore al mondo ad aggiudicarsi tre Coppe Rimet. E’ anche il capocannoniere con più gol segnati nella storia del calcio (1283 in 1366 partite). Possibile rendere ancora più mitica questa sua storia sportiva ed umana? Purtroppo sì, e si vive uno strano senso di disagio perché sembra che troppo sia inventato anche se, probabilmente, è solo la forma narrativa a creare questa brutta sensazione. Il film racconta del leggendario giocatore di calcio che da semplice ragazzo di strada raggiunge la gloria trascinando la nazionale brasiliana alla vittoria del suo primo mondiale (1958) per poi vincere altre due Coppe del Mondo. Nato in povertà, affrontando un’infanzia difficile, Pelé ha usato il suo stile di gioco poco ortodosso e il suo spirito per superare ogni tipo di ostacolo e raggiungere una grandezza che ha ispirato un intero Paese.