Gli eroi statunitensi sembrano essere ottima materia per il cinema d'azione e soggetti validi per ottenere buoni incassi. Negli stessi giorni sono stati proposti sia L’ultima tempesta (The Finest Hours, 2016) con gli eroici guardiacoste statunitensi, sia il film diretto da Michael Bay in cui un manipolo di eroi (qui sei, lì quattro) riescono a capovolgere realtà molto drammatiche trasformandole in momenti di vera gloria. Ambedue tratti da storie vere, servono per creare simpatia nei confronti di persone che, per senso di dovere e grande patriottismo, mettono a repentaglio la vita.
Detto questo, la storia della mezza dozzina di ex soldati dei corpi speciali funziona di più anche se, alle volte, la drammaticità viene soffocata da scene troppo roboanti. I GRS, le Guardie di Sicurezza, è veramente un corpo finanziato dalla CIA che entra in funzione quando le forze ufficiali hanno le mani legate: sono uomini speciali che mettono in conto la possibilità di morire e che fanno tutto quanto loro ordinato più per il vile denaro che per patriottismo. Intendiamoci, sceneggiatori e regia hanno preso i passaggi più eclatanti del libro-inchiesta scritto da Mitchell Zuckoff e non hanno inventato troppo. Hanno solo utilizzato il materiale atto a confermare che in quel momento tutti si unirono per il bene degli Stati Uniti e dell’umanità. Michael Bay è un mago del cinema d’azione e vive in simbiosi perfetta con i creatori di effetti speciali. E’ stato il regista dell’adrenalinico The Rock (1996), di Armageddon - Giudizio finale (Armageddon, 1998), per tacere del grande successo della saga Transformers, il primo nel 2007, il quinto in uscita il prossimo anno. Da lui non ci si può attendere raffinatezza o uno studio su comportamenti da parte del Governo e di militari non sempre immuni da critiche. Per questo cinquantenne californiano, legato alla destra politica, chi combatte è l’eroe da difendere mentre i politici che lo ostacolano sono i cattivi. Del resto, chi ama il suo cinema non si pone molte domande, vuole solo azione al fulmicotone che, in questo caso, occasione coinvolge fantocci vestiti da terroristi non certo in grado di essere buoni combattenti contro una sporca mezza dozzina di ex militari. Soprattutto, di buoni padri di famiglia che, anche quando ammazzano, pensano al le bimbe che hanno lasciato a casa. Il tentativo di rendere umani questi mercenari ha il fine di ottenere un migliore esito al box office. Il blocco degli interpreti funziona perché simbioticamente perfetti per le esigenze del regista per rappresentare l’uccisione dell’Ambasciatore statunitense, il senso di guerra che aleggia ovunque, Bengasi semidistrutta. Il film racconta fatti avvenuti in Libia l'11 settembre del 2012, quando un gruppo armato attaccò l'US State Department Special Mission Compound e un distaccamento della CIA, situato lì vicino. Sei agenti delle Guardie di Sicurezza cercano di bloccare l'irruzione dei terroristi evitando che il numero di vittime diventasse ancor maggiore.