Presentato alle Giornate degli Autori a Venezia, vincitore di due Goya minori, questo decoroso thriller merita di essere visto anche se non sempre la costruzione della sceneggiatura ha momenti poco prevedibili. Una classica struttura narrativa, personaggi coinvolgenti, una storia che ha varie chiavi di lettura, con interpretazioni legate anche ai problemi concernenti alcuni istituti di credito e ai drammi che hanno creato in migliaia di risparmiatori.
Desconocido - Resa dei conti parla di un funzionario di banca e di uno sconosciuto che potrebbe essere chiunque dei tanti truffati, un uomo che ha perso tutto per una gestione troppo disinvolta dei soldi affidati alla banca. E’ il primo film distribuito da Satine Noir, nuovo marchio di Satine Film, che punta su opere d’autore e di genere indirizzate a un pubblico giovane solitamente attratto da film spettacolari e dal ritmo incalzante. Queste le intenzioni, che peraltro trovano un certo riscontro nel debutto di quest’azienda nel mondo delle sale cinematografiche. Ispirato al caso spagnolo della vendita delle Participaciones Preferentes, un prodotto finanziario ad alto rischio venduto da alcune banche spagnole ai propri clienti senza dar loro alcuna informazione, racconta quanto successo in terra iberica e conferma il rischio, sempre presente per i clienti di banche senza scrupoli o, quantomeno, senza grosse capacità gestionali. Il protagonista è un direttore di banca molto stimato dai superiori, è tra i migliori – forse il migliore – nel fare guadagnare l’azienda anche a discapito dei clienti che si sono fidati di lui: per ottenere gratificazioni finanziarie e per migliorare lo status sociale, non si fa molti scrupoli. Lo fa per la famiglia, è vero, senza volere pensare a quante persone possa avere danneggiato. Il film si dipana nelle strade che l’uomo conosce bene perché sono della città dove vive e lavora, ma viste in una drammaticità nuova: il mare è cupo, la gente che incontra nemica, il sole non esiste, la pioggia crea ulteriore senso di cupa attesa. Il quarantenne Dani de la Torre lavora per la televisione spagnola dal 1996 realizzando video di vario tipo. Mel 2010 ha diretto la mini-serie Mar libre che ha ottenuto anche un buon successo di critica. Nel suo debutto nel lungometraggio, ha evitato di rischiare, tenendo presente e citando, forse involontariamente, molti suoi colleghi. In sostanza siamo in presenza di un film onesto ma non entusiasmante. La differenza la fa il bravissimo Luis Tosar, ricordato soprattutto per avere interpretato Cella 211 (Celda 211, 2009) nel ruolo del capo dei detenuti, che vive con grande credibilità il suo dramma interiore, unito al desiderio di superare questo drammatico momento. Carlos è un direttore di banca ambizioso e spregiudicato che per avere successo ha frodato i suoi clienti con investimenti fallimentari. Ora è vittima di un ricatto terrificante e senza apparente via d’uscita. Una telefonata anonima trasformerà la sua giornata, iniziata nella normale routine quotidiana e familiare, in una folle corsa contro il tempo e contro un nemico, apparentemente invisibile, che vuole tornare in possesso del suo denaro.