Russell e Glen si incontrano in un bar per omosessuali di Nottingham e decidono di trascorrere la notte insieme. Quella che, a prima vista, sembrava un’avventura da una botta e via si trasforma in amore vero e proprio solo che Glen sta per trasferirsi per studio e lavoro negli Stati Uniti e la loro relazione non potrà durare più di un fine settimana.
Il regista inglese Andrew Haigh, un cineasta con una particolare predilezione per le tematiche omosessuali, in Weekend radiografa queste 48 ore d’amore, tante dura il rapporto, come un momento liberatorio in cui i due si aprono l’un l’altro intravvedendo un futuro che avrebbe potuto essere e non sarà. E’ uno sguardo quasi documentaristico su due condizioni solitarie ed emarginate, significativa in questo senso la sequenza finale in cui gli amanti si scambiano un ultimo bacio sulla banchina della stazione ferroviaria, mentre fuori campo risuona una voce che grida: froci! E’ un film che potremmo definire intimista in cui si rappresenta un amore in cui tenerezza e sesso s’intrecciano in un grumo inestricabile. Una relazione omosessuale descritta on lievità di toni pur senza trascurare l’aspetto sessuale. E’ il secondo lungometraggio di questo regista che lo ha realizzato nel 2011, quattro anni prima di 45 anni presentato in concorso al 65° Festival internazionale del cinema di Berlino dove ha ottenuto i premi per la recitazione andati a Charlotte Rampling e Tom Courtenay.