Avendo letto che, per la sua opera prima, Fabio De Luigi si era affidato all’esperto, innegabilmente bravo, Gennaro Nunziante – sceneggiatore e regista che ha creato il fenomeno Checco Zanone e ha inventato tra l’altro i personaggi che hanno portato al successo Emilio Solfrizzi – l’attesa per vedere cosa aveva realizzato il simpatico attore romagnolo era viva.
Alla soglia dei cinquant’anni poteva sembrare quasi logico si cimentasse nel suo primo film d’autore. Poi, nel corso del lancio mediatico il nome di Nunziante è scomparso quasi a fare immaginare un suo abbandono del progetto. Dopo avere visto Tiramisù il dubbio diventa certezza. Il film delude non poco, soprattutto perché le idee del soggetto, in cui erano presenti anche temi seriosi, faceva sperare meglio. Manca la connessione tra le varie parti, sembra che ci siano stati tagli di montaggio pesanti quasi a volere tentare di salvare la vis comica a discapito del film stesso. Diretto da registi esperti, il regista e attore riesce ad essere simpaticamente interessante, non sempre fa ridere ma da spessore a personaggi accettabilmente delineati. Specializzato in ruoli da buono un po’ imbranato, in quest’occasione punta sempre su tali caratteristiche per tentare di costruire la figura di un uomo che vive con drammaticità le prove che la vita gli impone. Conosce e rischia di affogare i meandri della malasanità che gli vengono proposti in maniera semplice e diretta, a lui rimane soltanto la decisione se cambiare completamente la sua vita in cui è stato appena gratificato come onesto lavoratore o se accettare di tapparsi il naso e tuffarsi in un mare di cui non conosce i pericoli. Si circonda di attori di buon livello quali Orso Maria Guerrini e Pippo Franco, ma neppure a loro offre appigli di sceneggiatura che permettano di creare personaggi interessanti. Sembra quasi che abbia paura di fare un film serio di denuncia, ma così facendo trasforma una buona occasione per dimostrare le sue potenzialità in un fallimento artistico. Un rappresentante di prodotti farmaceutici gira con pochissimo successo ed entusiasmo negli studi medici, cercando di vendere le garze e le bende. E’ sposato con una donna dolce ed innamorata e dal carattere forte. Nel loro menage si intrufolano il poco affidabile cognato - trentenne e divorziato con una figlia che cambia compagna ogni settimana - e un amico cronicamente depresso perché la sua enoteca è sempre vuota a causa del suo modo di confrontarsi con i clienti, Ovviamente, è pieno di debiti, non gli piace la sua vita esistenza e, in aggiunta, teme che la moglie lo pianti. Un giorno dimentica in uno studio medico il tiramisù fatto dalla compagna e che lui avrebbe dovuto portare alla Caritas, un medico lo assaggia, e la vita per lui cambia. Il dolce diventa il primo gradino per una scala di intrallazzi per ottenere sempre più successo nel campo della sanità. Diventerà, senza quasi accorgersene, una persona diversa e disposta quasi a tutto pur di conquistare e mantenere il suo nuovo status quo. Sarà salvato dalla moglie.