Brian Helgeland è un buon nome della cinematografia mondiale, ricordato soprattutto quale sceneggiatore di L.A. Confidential (1997) di Curtis Hanson, testo con cui ha conquistato l’Oscar, e di Mystic River (2003) di Clint Eastwood. Come regista ha realizzato anche un film biografico-sportivo sul giocatore di baseball Jackie Robinson, 42 - La vera storia di una leggenda americana (42, 2013) che ha trovato distribuzione in Italia solo in DVD.
Questa volta evidenzia i limiti dimostrati già in altri casi quando è l’unico responsabile del prodotto. Legend è sicuramente gradevole, ha belle ricostruzioni di ambienti londinesi degli anni ’60, ma non riesce mai ad interessare veramente. Troppo lungo, frammentario, ha in Tom Hardy un buon protagonista ma un attore che non riesce a creare le due figure dei gemelli in maniera completamente efficace. E’ perfetto nel caratterizzare Reggie Kray, che vive in maniera convincente e quasi perfetta, ma non riesce a dare un minimo di credibilità e interesse a Ron, psicopatico ed omosessuale, che sembra essere una macchietta e non il pericolosissimo fuorilegge che in realtà era. Probabilmente, il regista ha voluto rappresentare i fratelli come due parti della stessa persona, ma questo non gli è stato d’aiuto. Sinceramente ci si poteva attendere una prova migliore da un attore che ha recitato più che bene in film di ottimo livello quali Bronson (2008) di Nicolas Winding Refn, Inception (2010) e Il cavaliere oscuro - Il ritorno (The Dark Knight Rises, 2012) di Christopher Nolan, Warrior (2011) di Gavin O'Connor, La talpa (Tinker Tailor Soldier Spy, 2011) di Tomas Alfredson, Locke (2013) di Steven Knight o Mad Max: Fury Road (2015) di George Miller. La sceneggiatura è tratta da The Profession of Violence: The Rise and Fall of the Kray Twins scritto dal biografo britannico John Pearson, noto soprattutto per essersi occupato con grande bravura di Ian Fleming a di James Bond. Questo cineasta è più bravo come autore della sceneggiatura che non come regista. Qui ha firmato un film che, forse per l’eccessiva lunghezza, è difficile apprezzare. Terzo personaggio, ma non meno importante, è Frances, interpretata in maniera convincente dall’attrice australiana Emily Browning, che spesso interviene come voce fuori campo tesa a commentare quanto accade o accadrà. Lei fa innamorare Reggie Kray, lo fa diventare quasi un borghese, lo sposa e lo condiziona in maniera assoluta. La storia raccontata è quella dell'ascesa e della caduta dei gangster Reggie e Ronnie Kray nella swinging London degli anni Sessanta. Conquistano la città ma il loro legame e il loro impero saranno minati da violente lotte di potere e dalla presenza di Frances, in un crescendo di follia che portò i due fratelli all’autodistruzione.