Gennaro Nunziante è uomo di grande esperienza e ha saputo trarre il meglio da Luca Medici, alias Checco Zanone, portandolo trionfalmente per mano al suo quarto lungometraggio. Nei primi anni ’90 ha iniziato a lavorare nelle televisioni private pugliesi con produzioni che erano vere e proprie prove generali di quello che sarebbe poi diventato il fenomeno Checco Zanone. A quei tempi il suo personaggio aveva il volto del bravo Emilio Solfrizzi.
In quelle trasmissioni c’era satira sociale, anche se epidermicamente espressa, e un blando tentativo di fustigare i costumi. Luca Medici è molto bravo, equilibrato nella recitazione, in grado di insegnare cinema anche all’Università, padrone di una mimica quasi infantile che lo rende subito accettabile, amato dal grande pubblico. Satira politica e sociale educata senza necessità di urlare a squarciagola, dialoghi in cui non sono presenti volgarità, il tentativo, attraverso il personaggio della ricercatrice, di raccontare un’Italia che può cambiare, molte risate genuine legate soprattutto alla precisa identificazione di tipi italici. Non è cinema delle macchiette, il mattatore si limita a caricare un po’ le varie situazioni senza mai realmente offendere o colpire qualcuno. E’ questo è il limite di Quo vado? e si nota soprattutto nella seconda parte fin troppo buonista e alla ricerca di un consenso generale ottenuto facendo finta di fustigare ma limitandosi solo a citare vizi sociali. Soprattutto all’inizio, il film ha ritmo e propone molte trovate utilizzate mordi e fuggi senza allungare i il brodo per riempire minuti preziosi come accade nelle commediacce e nei cinepanettoni. Qui la sceneggiatura è ricca di trovate, pochissime prevedibili - a parte la love story tra i due protagonisti – e per questo aumenta la piacevolezza. Non è un grande film, ma sicuramente un prodotto che non offende l’intelligenza degli spettatori. Checco Zanone è anche buon cantante, musicista, compositore e autore di testi: questa volta ha inserito quattro suoi inediti. Lino Banfi caratterizza con poca convinzione, Maurizio Micheli e sottoutilizzato come del resto Ludovica Modugno, Eleonora Giovanardi e Sonia Bergamasco che traggono dai loro personaggi il massimo possibile. Il protagonista è un trentasettenne felice della sua esistenza: vive con i genitori che lo mantengono, è eternamente fidanzato senza mai affrontare le responsabilità di un matrimonio, ha un lavoro sicuro e senza pesi: è impiegato nell'ufficio provinciale caccia e pesca dove non ha nessuna responsabilità. Un brutto giorno tutto cambia. Il governo vara la riforma della pubblica amministrazione che decreta il taglio delle province. A lui è offerto di lasciare il posto fisso con una discreta buonuscita oppure essere trasferito lontano da casa. Per metterlo nelle condizioni di dimettersi, gli danno tutte mete disagiate che lui trasforma in luoghi di divertimento fino a quando non lo trasferiscono al Polo Nord, in una base scientifica italiana col compito di difendere una ricercatrice dall'attacco degli orsi polari. Vorrebbe licenziarsi, ma scopre di essere innamorato di questa ragazza, seria studiosa e molto estroversa nella vita privata.