Presentato al ultimo Festival di Cannes fuori concorso, il film diretto dal bravo Mark Osborne – noto per il riuscito Kung fu Panda (idem, 2008) – è una buona occasione per riunire le famiglie al cinema: riletto in chiave più semplice ed adatto al pubblico infantile, mantiene intatto il suo valore etico più comprensibile da spettatori adulti. Traslazione del celebre romanzo omonimo scritto da Antoine de Saint-Exupéry nel 1943, ha visto spostare l’interesse degli sceneggiatori dal Piccolo Principe alle figure dell’aviatore e della ragazzina.
Può essere considerato un tradimento verso un romanzo di formazione entrato nella crescita di svariate generazioni di ragazzi, ma si può leggere anche quale corretto aggiornamento di una storia che diventa più appetibile per i più piccoli, molto vicini alla protagonista vessata dalla madre che pretende troppo da lei. La prima parte vive di tecniche visive di ottimo livello ma non particolarmente originali, con le immagini virate verso il grigio quasi a volere meglio sottolineare la piattezza della vita della tartassata fanciulla. La seconda, quella dominata dalla FANTASIA e dal fascino della storia del Piccolo Principe, è girata tutta in stop-motion, tecnica di cui questo cineasta è un autentico specialista – è stato il responsabile di queste scene per SpongeBob - Il film (SpongeBob, 2004) – che anche qui utilizza in maniera perfetta. Film costato oltre ottantamilioni di dollari, ha come limite l’incapacità di emozionare a fondo, limito come è dal utilizzo di tecniche di ripresa che richiedono più il vigore che non la fantasia. Terzo adattamento cinematografico de Il piccolo Principe – la semisconosciuta del lituano Arunas Zebriunas (Malenkiy prints, 1966) e l’altra assai deludente e in chiave musical di Stanley Donen (The Little Prince, 1974) – questo è il primo in cui viene utilizzata l’animazione. Una ragazzina appena trasferitasi di casa, riceve con un aeroplanino di carta un bel disegno. Ha una madre iperprotettiva che vuole per lei il meglio, pianificandole al massimo la vita e privandola della fantasia. A inviare il messaggio è un aviatore, anziano e a dire poco eccentrico. Attraverso le pagine del diario dell'aviatore e i suoi disegni, la bambina scopre come molto tempo prima l'uomo fosse precipitato in un deserto e vi avesse incontrato Il Piccolo Principe, un enigmatico ragazzino giunto da un altro pianeta. Le esperienze dell'aviatore, vere o un po’ romanzate, e il racconto dei viaggi del giovane in altri mondi contribuiscono a creare un legame tra l'uomo e la bimba. Affronteranno assieme una straordinaria avventura, al termine della quale lei avrà imparato ad usare la sua immaginazione e a non dimenticare la sua infanzia. Non solo, avrà anche conquistato un migliore rapporto con la madre.