M. Night Shyamalan è di origine indiana, ma da tempo lavora per il cinema americano come autore e produttore. La sua passione va ai film horror, meglio misteriosofici, un tipo di narrazione a cui ha dedicato alcuni titoli di successo come The Sixth Sense - Il sesto senso (1999) e Unbreakable - Il predestinato (2000).
In entrambe queste opere un essere umano, apparentemente normale, si trova a dover fare i conti con poteri che non sospettava di avere. In The Visit il richiamo al genere risona con forza mirando in particolare a quel cinema dell’orrore che tanta parte ha avuto e ha nella produzione americana sia di grande che di modesto contenuto produttivo. Loretta è una donna separata, legata ad un nuovo compagno e madre di due ragazzini: Rebecca e Tyler. Da circa quindici anni non ha più alcun rapporto con i genitori che non hanno mai accettato la sua relazione sentimentale con il padre naturale dei suoi figli. Un giorno decide di mandare i giovani a conoscere i nonni, mentre lei va in crociera con in nuovo partner. L’incontro fra i giovani e gli anziani è dapprima cordiale e pacifico, per poi scivolare in una situazione orrorifica da cui mergono alcuni colpi di scena, peraltro abbastanza prevedibili. La prima parte del film, girato con l’ormai abusato sistema del finto video fatto dalla ragazza, tende a ricalcare la strada cara a questo regista, quella del mistero che si cela dietro la situazioni più usuali. La seconda s’innesta direttamente nel filone horror, con tanto di copi di macchina da presa, immagini ripugnanti e atmosfere paurose. Non c’è una vera fusione fra i due momenti che il film contrappone più che amalgamare. In definitiva una proposta piuttosto banale e ben poco interessante.