Il quarantenne Peter Sollett, autore del buon dramma romantico Long Way Home (Raising Victor Vargas, 2002) e noto per Nick & Norah - Tutto accadde in una notte (Nick and Norah's Infinite Playlist, 2008), nel suo terzo lungometraggio si cimenta nuovamente in temi drammatici, non disdegnando di cavalcare il melò.
E’ la vera storia della poliziotta Laurel Hester che nel 2005, affetta dal cancro, combatté per ottenere la parità coi colleghi maschi per fare trasferire la sua pensione alla compagna di vita. Il film mantiene uno stile simile ai suoi precedenti lavori di questo autore, sapendo di potere contare soprattutto sulla grande bravura di Julianne Moore. Sceneggiato da Ron Nyswaner, autore anche dello script di Philadelphia (1993) diretto da Jonathan Demme, il film sembra votato ad un buon successo di pubblico ma fa nascere non pochi dubbi su come valutarlo criticamente. Basato sul cortometraggio documentario Freeheld di Cynthia Wade, che per questo suo lavoro aveva vinto il premio Oscar, è a questo inferiore non fosse altro perché sarebbe stato corretto dire che ogni cosa era liberamente ispirata alla storia di questo grande amore. La recitazione della Moore è da applauso e quella di Ellen Page (che si è professata lesbica) a tratti interessante, bene equilibrate entrambe con le prove di Michael Shannon e Steve Carell. A questo si deve però contrapporre una sceneggiatura troppo strappalacrime. Nello stesso tempo il processo è bene ricostruito e il rapporto di questa agente coi colleghi poco verosimile. Il film si assegna il compito di raccontare, secondo gli autori in maniera verosimile, la vera storia d'amore di Laurel Hester e Stacie Andree e della battaglia che condussero per ottenere giustizia. Quando alla pluridecorata detective del New Jersey, Laurel viene diagnosticato un cancro, decide di assicurarsi che la sudata pensione vada alla sua compagna di vita. Tuttavia i funzionari della Contea di Ocean, detti Freeholders, non le riconoscono questo diritto. Da qui una lunga lotta, alla fine vittoriosa.
