La famiglia Day è stata massacrata ormai molti anni fa e la sorella più piccola, scampata misteriosamente alla strage, ha testimoniato che il fratello è stato l’autore della mattanza facendolo condannare a molti anni di carcere.
Ora che sono passati un paio decenni, lei è diventata una adulta e ha finito i soldi raccolti da donatori impietositi dalla sua storia, così come sono terminati i proventi del libro che ha firmato senza scriverlo e che non ha eppure letto, deve trovare altre risorse. Arriva opportuna l’offerta di gruppo di appassionati di casi di cronaca nera, convinti dell’innocenza del condannato, che la contattano e le offrono una discreta somma di denaro solo per sottoporsi ad alcune domande. Nel corso dell’intervista emerge con chiarezza l’accusa di alcuni di questi strani interlocutori di aver incastrato il fratello: Questo la mette in crisi, inducendola ad approfondire ciò che è realmente successo. E’ un percorso verso la verità che approderà alla liberazione di suo fratello e, per lei, alla presa di coscienza dell’orrore a cui ha assistito. Dark Places – Nei luoghi oscuri è tratto da un libro della scrittrice, critico televisivo, sceneggiatrice e produttrice Gillian Flynn (1971), la stessa che ha firmato il racconto L'amore bugiardo (Gone Girl, 2012) da cui David Fincher ha tratto, nel 2014, il film omonimo. Anche in questo caso l’origine letteraria pesa sensibilmente sul lavoro del francese Gilles Paquet-Brenner, un cineasta dalla produzione discontinua, che ha seguito fedelmente le pagine del libro. Due i dati di maggior interesse: l’alternarsi dei piani temporali, pur con qualche incastro non molto fluido, e l’interpretazione di Charlize Theron, qui anche produttrice, che dimostra ancora un volta di essere una delle migliori interpreti a disposizione del cinema contemporaneo.