Non era malvagia l’idea di fare parlare, attraverso il grande schermo, personaggi notissimi agli internauti perché veri miti creati in quell’ambito. Creare questa forte contaminazione avrebbe potuto avviare un dialogo tra due mondi molto diversi tra loro in un film con sviluppi che tenevano ben presenti le peculiarità dei due linguaggi e dei due mondi. Tuttavia, per far questo, sarebbero serviti sceneggiatori di buon livello e un regista in grado di coordinare ogni cosa in maniera professionale. Invece, in Game Therapy anche la trama è povera e, su questa traballante base,
il film sbanda pericolosamente verso la noia, in certi momenti, verso la rabbia per vedere un’occasione interessante sprecata in maniera così clamorosa. I protagonisti della storia appartengono a una realtà nuova, che nel mondo dell’intrattenimento giovanile era impensabile fino a pochi anni orsono: giovani che dialogano direttamente, senza l’aiuto di abili adulti, con i loro coetanei. Questo film vorrebbe essere pionieristico, eliminando la ghettizzazione delle star della rete e imponendo una nuova metodologia nel modo di fare intrattenimento, con protagonisti già famosi nel web e vorrebbe rispettare la fedeltà dei giochi a cui è ispirato. Crede anche di offrire un monito a non abusare della realtà virtuale, spesso causa di quel deleterio fenomeno che viene chiamato cyber bullismo. E’ deludente che proprio due fra i più noti eroi di questo mondo siano coinvolti in un'operazione decisamente vecchia e tradizionalista. Il prodotto finale somiglia più a un brutto tv movie che non, come vorrebbero gli autori, a un film indipendente. I quattro youtubers - Federico Clapis, FaviJ, Leonardo Decarli e Zoda – che lo animano sono poco convincenti quando operano al di fuori del loro contesto. Non sanno muoversi in modo accettabile in un racconto che alla fine vuol fare la morale su ciò che sia giusto o sbagliato, su come il mondo vero sia al di fuori e non dietro lo schermo di un pc. Due ragazzi, grandi appassionati di videogiochi e in difficoltà nella vita reale, scoprono un luogo segreto. Tra le righe del codice di un videogioco, il suo creatore ha inserito le coordinate per arrivare in una stanza dove ha installato un macchinario in grado di trasportare la mente di chi gioca all'interno di ambienti simili ai più noti mondi virtuali. I due inizieranno ad esplorarli: uno nell'ambiente virtuale, l'altro dietro la console per guidarlo e aiutarlo. Nella ricerca di un modo per trasferirsi definitivamente nella realtà virtuale si intrometterà la vita vera, che almeno per uno dei due, comincerà a scontrarsi con la possibilità di rovinare il rapporto con l'amico deciso a rifugiarsi nel mondo di finzione come unica esistenza degna di essere vissuta.