Suburra nasce da un libro scritto a quattro mani da Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, edito nel 2013, da cui Stefano Rulli e Sandro Petraglia hanno tratto la sceneggiatura utilizzata Stefano Sollima che dedica il film al padre Sergio (1921 – 2015), rimasto nelle cronache del cinema come una dei migliori autori di film di successo popolare: dagli western (La resa dei conti, 1966) ai polizieschi (Città violenta, 1970), dagli avventurosi (Il corsaro nero, 1976) ai sentimentali (Passi d'amore, miniserie televisiva 1989 – 1990).
Il film di cui stiamo riferendo è all’insegna dell’eccesso: musica ridondante, scene cruente ogni pochi minuti, personaggi sistematicamente sopra le righe. La storia raccontata, densa di riferimenti alle cronache, ruota attorno a una gigantesca operazione immobiliare che mira a fare del Lido di Ostia una Las Vegas casereccia con luci, casinò, magnaccia e prostitute. Attorno a questo filone s’intrecciano i destini di un parlamentare corrotto, un piccolo gestore di locali notturni, una banda di zingari maneschi, un reduce della Banda della Magliana assunto come garante degli investimenti dalla mafia e un delinquentello che controlla la zona littoranea. Non mancano le donne: prostitute, tossicodipendenti, madri di famiglia. Sono i primi giorni di novembre del 2011, il governo Berlusconi sta per lasciare il potere, Papa Benedetto XVI medita di dimettersi (in realtà lo farà l’11 febbraio 2013), in poche parole un’atmosfera da fine di un’epoca che il regista accentua utilizzando toni pesanti, pescando abbondantemente dal repertorio del cinema noir e imboccando senza esitazione la via del racconto clamoroso a scapito di una riflessione meditata e, forse, ancor più dura sulla realtà di ieri e su quella dei nostri giorni.