Black Mass – L’ultimo gangster (Black Mass) è diretto da Scott Cooper che lo ha tratto dal libro omonimo di Dick Lehr e Gerard O'Neill dedicato alla gesta del criminale d’origine irlandese di James Witney Bulger.
Il regista è un attore americano passato alla direzione di film e che ha firmato già altri due titoli: Crazy Heart (2009), basato sull'omonimo romanzo di Thomas Cobb e interpretato da Jeff Bridge che per questa prestazione ha ricevuto il Premio Oscar del 2019 (un altro Oscar è andato a The Weary Kind di Ryan Bingham coronata quale migliore canzone originale) e Il fuoco della vendetta - Out of the Furnace (Out of the Furnace, 2013). Il malavitoso protagonista di quest’ultimo film nasce da un personaggio reale che controllò gran parte della delinquenza di Boston nei decenni settanta e ottanta del secolo scorso. Ci riuscì anche grazie alla complicità di alcuni funzionari della sede locale dell’FBI che lo presentarono ai superiori come una fonte informativa di grande importanza. La regia si muove sulla strada del classico film americano d’impianto poliziesco, sfruttando appieno le doti di un cast capeggiato da un Johnny Depp quasi irriconoscibile, quanto sublime. E’ un film in cui le professionalità la fanno da padrone, mettendo in ombra i pur presenti significati sociali. Primi fra tutti i legami di famiglia e d’amicizia nelle comunità (italiani, neri, irlandesi) che vanno oltre qualsiasi rispetto per le norme o la legge. In particolare il regista concede grande spazio agli interpreti che, oltre la performance del protagonista, segnalano, nel rispetto della tradizione, le grandi capacità attoriali di cui si nutre il cinema americano.