Film molto interessante che racconta un periodo importante per lo sviluppo dei diritti umani a scapito di un razzismo inveterato. Ha come limite di essere un biopic basato quasi completamente su quanto hanno voluto raccontare i protagonisti.
Per Straight Outta Compton i tre hanno fornito la loro verità e sono visti forse un po’ troppo come eroi anche nei momenti negativi dei loro rapporti con lo Stato. Tutte le colpe sono sulle spalle del loro manager: sicuramente un disonesto che aveva approfittato della situazione, ma non per questo colpevole di tutte le malefatte. André Romelle Young, in arte Dr. Dre, O'Shea Jackson conosciuto come Ice Cube ed il precocemente deceduto Eric Lynn Wright, Eazy-E, sono raccontati dalla metà del millenovecentootanta sullo sfondo di un mondo di violenza ed in cui la Polizia fa sempre la parte della cattiva. Ogni cosa è ricostruita attentamente, si vivono le emozioni di un mondo poco noto: è il primo serio tentativo di raccontare il gangsta rap (1986-1996) ed il suo mondo fatto di speranze, di voglia di fare conoscere, urlandole, ingiustizie e vessazioni. C’è da dire che l’attenzione per ogni cosa alla fine penalizza la storia e può annoiare chi questi fatti non li conosce. Tuttavia i pezzi ritmati, i testi innegabilmente di denuncia fanno di questo film un’ottima occasione di ascolto, un approfondimento di un genere, non solo musicale, inventato da Eazi-E. Le prove, la preparazione, il risultato finale attraverso immagini ben realizzate dal bravo F. Gary Gray, regista che nel film d’esordio, Ci vediamo Venerdì (Friday, 1995), aveva avuto come protagonista e sceneggiatore Ice Cube. L’impressione che si ha è che il rapper, anche coproduttore, lo abbia scelto come voce di una biografia un po’ di parte. Del resto, i migliori biopic sono quelli dove i personaggi sono già nell’aldilà e non possono interferire nelle scelte di sceneggiatori e regista. A interpretare Ice c’è il figlio O'Shea Jackson Jr. Compton è una città della Contea di Los Angeles che non era considerata molto sicura, a metà degli anni 80 cinque giovani decidono di tradurre le loro esperienze di vita in una musica sincera, urlata, senza filtri, che si ribella agli abusi dell'autorità, dando voce ad una generazione rimasta in silenzio. Basta che un giovane nero esca di casa o si fermi in strada per essere provocato, sbattuto a terra e perquisito dalla polizia. Le gang si fanno la guerra e i duri girano con la pistola in mezzo ai ragazzini sullo scuolabus. Nei ghetti la rabbia alimenta la creatività, il rap è la voce di chi vuole ribellarsi. Seguendo la fulminea ascesa e caduta del gruppo più influente della storia del gangsta rap statunitense e degli anni '90 Niggaz Wit Attitudes racconta la quasi incredibile storia di come questi giovani abbiano rivoluzionato la musica e la cultura pop nel momento in cui hanno raccontato al mondo la verità sulla vita priva di libertà accendendo il fuoco di una guerra culturale. Si ha l’impressione che non tutto sia vero, ma potrebbe aprire una porta verso film più documentaristici e, si spera, meno di parte.