Il film è uscito nelle sale statunitensi a inizio ottobre dello scorso anno, mentre in quelle italiane era previsto per il metà gennaio 2015 con il titolo Professore... per forza, ma è stato rinviato varie volte per poi decidere di farlo uscire adesso. La ragione è che i distributori temono che questa commedia romantica possa risolvere in un clamoroso flop al botteghino: Hugh Grant ha perso molto fascino e gli altri bravi interpreti non hanno un nome che attiri il pubblico.
Per la quarta volta, la collaudata coppia regista/attore Marc Lawrence/ Hugh Grant ritorna a lavorare assieme e sembra proprio che sia nata un’empatia già vista nei precedenti Two Weeks Notice – Due settimane per innamorarsi (Two Weeks Notice, 2002), Scrivimi una canzone (Music and Lyrics, 2007) ed il meno riuscito Che fine hanno fatto i Morgan? (Did You Hear About the Morgans? 2009). Sempre buoni successi al botteghino, ma nessun titolo realmente degno di essere ricordato. Professore per amore conferma questa tendenza ad un’onorevole mediocrità ma, nello stesso tempo, dimostra che il mondo della commedia riesce ancora a creare discreti prodotti di consumo. Uno sceneggiatore che, nel 1998, aveva anche vinto un Premio Oscar e viveva felicissimo con moglie e figlio godendo di popolarità e ricchezza, quindici anni dopo è in crisi. Divorziato, con difficoltà a fare accettare i suoi script ai produttori e a un’agente che lo considera più un grattacapo che non un cliente, vicino ai cinquantina, si ritrova in bolletta e deve accettare un lavoro che non lo interessa, per cui è costretto a trasferirsi in un’università fuori New York, a Binghamton. Gli hanno proposto di tenere un corso di sceneggiatura e lui accetta controvoglia sia perché non si sente nello spirito di fare il docente sia per essere costretto a ridimensionare il suo stile di vita e a stabilirsi in una località provinciale. Appena arrivato una bella studentessa gli si concede e lui forse spera che il suo soggiorno possa essere meno pesante di quello che pensava. Nella classe c’è anche una donna single che accudisce con amore e grande fatica le figlie e che farà breccia nel suo cuore di eterno immaturo. C’è anche un nerd che riuscirà, grazie al suo aiuto, a farsi accettare una sceneggiatura da produttori importanti. Hugh Grant non aggiunge nulla a quanto finora conosciamo: ha quel ghigno sorridente che riesce ancora ad affascinare, con l’ironia giusta da British man. Si rivede l’ottimo J.K. Simmons, premio Oscar per l’interpretazione del terribile insegnante e direttore di orchestra di Whiplash (2014), qui dirigente dell’Università, completamente a proprio agio come del resto la ultracinquantenne Marisa Tomei quale giovane madre di due ragazzine.
