Doug Ellin ha creato una serie televisiva di novantasei episodi, da trenta minuti ciascuno, trasmessa negli USA dal 2004 al 2011 dalla HBO ottenendo un successo notevolissimo confermato dalle sette nomination agli Emmy Award e vincendone quattro (tre dei quali andati a Jeremy Piven come miglior attore non protagonista) e sei ai Golden Globes e vincendone uno, andato sempre a Jeremy Piven.
Entourage ora arriva sul grande schermo e sembra volere ripetere il successo ottenuto in televisione proponendosi quale prodotto decoroso e piacevolmente realizzato. Affidato sempre a Doug Ellin, autore con buona esperienza anche cinematografica, non tradisce le attese dei fan di Vincent Chase, giovane attore attorniato dal suo agente e da un gruppo di amici d’infanzia che abitano con lui in una sontuosa casa con piscina nelle Hollywood Hills. Questa la base delle otto stagioni di una serie Tv che racconta senza sconti il dietro le quinte del mondo delle major, la mancanza di rispetto per la persona, gli scontri senza tregua di personaggi che ambiscono alle stesse posizioni. Questa idea è presentata con gli stilemi della commedia, ma con un taglio quasi documentaristico, ha dimostrato che il cinema e i suoi segreti affascinano ancora. Buon ritmo, un cast più che valido infarcito di star presenti come se stesse che danno un valore ancora maggiore a questa operazione amarcord o, forse meglio, che tenta di rinverdire il successo televisivo con un film molto professionale. Il coraggio del regista è stato di non cambiare i meccanismi e di creare un episodio con struttura cinematografica senza volere mai tradire la sua creatura. Ha avuto ragione perché solo negli Stati Uniti ha incassato in venti giorni a giugno ben più dei trenta milioni che è costato. Il film vede riunito il cast originale della serie televisiva, guidato da Kevin Connolly, Adrian Grenier, Kevin Dillon, Jerry Ferrara e Jeremy Piven. Vincent è una vera star e, assieme ai suoi amici di sempre, è tornato a lavorare con il suo ex agente ora divenuto importante e spietato capo dello studio. Alcune delle loro ambizioni sono cambiate nel corso degli anni, ma il legame che li unisce rimane forte e permette loro, come squadra affiata, di sfuggire ai mille trabocchetti creati da Hollywood.