Passati sei anni da Terminator Salvation diretto da McG (Joseph McGinty Nichol), ultimo tentativo di riproporre i personaggi creati da James Cameron, arriva sugli schermi questo Terminator Genisys creato da Alan Taylor, noto soprattutto per il riuscito Thor: The Dark World (2013). Il regista cinquantenne ha realizzato un blockbuster che ha tutte le caratteristiche per divenire campione al box office grazie anche ad effetti speciali di ottima qualità.
Manca originalità, non c'è nessuna inventiva, tutto ha il sapore del materiale riciclato con fin troppe esplicite citazioni ai titoli precedenti di questa saga. Molti dei personaggi dell’originale fanno capolino in questo quinto episodio della saga, che è a metà strada tra il sequel, il remake e il reboot dei primi due Terminator. E purtroppo a metà rimane, come inespresso, incapace di trovare una sua linea narrativa che lo possa fare divenire film autosufficiente. Note positive sono dettate dalla scelta dei protagonisti. Jason Clarke è un attore molto bravo, con una faccia particolare, credibile nel ruolo di John Connor, infido ed elegante, sempre particolarmente espressivo. Anche la giovanissima Emilia Clark recita bene e riesce a non far rimpiangere Linda Hamilton nel ruolo di Sarah Connor. Per proteggere Sarah e salvaguardare il futuro dell’umanità, il leader della resistenza umana John Connor decide di spedire indietro, nel 1984, il Sergente Kyle Reese. Tuttavia, un evento inaspettato crea una frattura nella linea temporale e l’uomo si ritrova in un passato nuovo e sconosciuto che deve affrontare con coraggio e determinazione. La sua missione diventa quindi ripristinare il futuro e per riuscire dovrà fronteggiare improbabili alleati, tra cui il nuovo Terminator T-800, il Guardiano e nuovi, pericolosi nemici. Arnold Schwarzenegger non ha più il fisico per essere credibile quale Guardiano e, anzi, sembra un po’ patetico.