The Spierig Brothers sono predestinati a fare film molto interessanti con buon riscontro della critica e scarsa soddisfazione al box office. Predestination non fa eccezione e dimostra che l’originalità spesso non è capita, o gradita, dal grande pubblico. Terzo titolo diretto in coppia, e l’usuale difficoltà per trovare finanziatori per le loro imprese. Undead (2003) era un grossolano ma originale film di vampiri, stesso argomento ma migliore fattura per Daybreakers - L'ultimo vampiro (Daybreakers, 2009) e, dopo ulteriori cinque anni, la trasposizione cinematografica del racconto cult All You Zombies di Robert A. Heinlein.
Tedeschi di nascita, i giovanissimi autori questa volta hanno trovato produttori in Australia che, soprattutto dopo l’entusiastico sì da parte di Ethan Hawke, qui assolutamente perfetto, hanno accettato di prendersi il rischio. La sceneggiatura è quanto di più contorto si possa immaginare ma la logica è presente anche nei momenti più difficili, con momenti complessi quando i due protagonisti si spostano nel tempo e, alle volte, incontrano anche se stessi creando situazioni al limite. Eppure, dopo essere entrati in sincrono con la narrazione, il film diventa interessante e comprensibile. Un Agente Temporale, che dipende da una segretissima Agenzia governativa statunitense, viene spedito in una serie di intricati viaggi nel tempo per prevenire o aiutare l'accadimento di alcuni eventi chiave. Rischiando la sua stessa esistenza nel suo ultimo incarico, l'agente dovrà inseguire un criminale che da sempre continua a sfuggirgli: l'obiettivo è salvare migliaia di vite messe in pericolo dai piani di questo terribile assassino. Con lui, per evitare alcuni accadimenti drammatici, una ragazza che rimane incinta di uomo che scompare nel nulla, sua figlia che è misteriosamente rapita e, per questioni ormonali, si trasforma in uomo e dovrà uccidere, o forse no, l’uomo che l’aveva resa madre. Segno visivo da fumetto, colori tendenti al grigio, effetti speciali ridotti al minimo come in un B movie anni sessanta. Pochi personaggi ma particolarmente bene disegnati, un’ambientazione anni settanta che si trasforma in maniera perfetta con accadimenti attorno ai sessanta e all’inizio dei novanta. Il film arriva sui nostri schermi con oltre un anno di ritardo.
