Bota (in albanese significa il mondo o, meglio, ai margini del mondo) è in nome di un tristissimo caffè - ristoro situato sul bordo di una vasta area di terreno paludoso in una parte remota dell’Albania poco conosciuta anche dagli albanesi. Il caffè è il punto focale per i protagonisti di questa storia che prende spunto da una realtà poco nota: le autorità comuniste avevano spostato persone indesiderate in questo luogo in cui c’erano solo terreni paludosi, alcune case popolari e tanta miseria.
Durante la dittatura di Henver Hoxa gli abitanti di un villaggio erano stati prelevati dalle loro case e internati nel mezzo del nulla, quando non fucilati per attività contro il partito. I cadaveri gettati in una palude quotidianamente scandagliata in cerca dei corpi dei dispersi. Cinematograficamente ricorda quel Bagdad Cafè (Out of Rosenheim, 1987) di Percy Adlon presso cui si incontravano assortite solitudini, ma il tono della narrazione non ha nulla a che vedere con la commedia. Anche qui troviamo tre anime perse - il proprietario, Beni - un trafficante quarantenne - e le due cameriere: Nora, amante 25enne del padrone, e la cugina dell'uomo, Juli, orfana di madre e assai legata alla nonna che l'ha cresciuta. Fra i frequentatori dell’esercizio ci sono un personaggio enigmatico che si presenta ogni giorno per consumare un espresso e due addetti alla costruzione della vicina autostrada, cofinanziata dagli italiani, una caratteristica che l’accomuna a al film nato dallo sforzo produttivo di Italia, Albania e Kosovo. Registi i giovani esordienti: l’albanese Iris Elezi e l'albanese-americano Thomas Logoreci. Alla sceneggiatura, insieme a Elezi e Logoreci, anche la nostra Stefania Casini. La affabile Juli, vita e anima del caffè, si prende cura della nonna malata Noje e ha parecchi problemi finanziari; il suo più grande desiderio è quello di lasciare un luogo che ha causato solo problemi alla sua famiglia. La sua amica nonché collega, la bella e capricciosa Nora, sta cercando sfruttare la relazione con il proprietario dai mille affari loschi nonché cugino di Juli. Quando inizia la costruzione di una nuova autostrada vicino al bar, sembra che grandi cambiamenti siano imminenti. Beni cerca di corrompere l’ingegnere italiano affinché faccia cartelli falsi in cui si sia scritto che Bota è vicinissimo alla nuova strada, nello stesso tempo un uomo che gli ha prestato dei soldi lo vuole morto, l’amante rimane incinta, la nonna muore, e così via in un insieme di piccoli colpi di scena. La regione sperduta dove i nemici del regime sono stati inviati con le loro famiglie è vista come popolata da vittima apatiche, l’unica che si ribella è Juli. I realizzatori hanno sapientemente sfruttano il fascino del paesaggio desolato e hanno perfettamente evocano l'atmosfera di un luogo dove il passato è ancora terribilmente presente nella vita delle persone.
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