L’australiano Greg McLean è un regista che ha debuttato nel 2005 con Wolf Creek, horror che aveva fatto notizia per originalità e grande bravura nel creare autentica paura. Il film era interpretato da John Jarratt, attore non famoso ma particolarmente attivo sia in cinema che televisione. Dopo un altro horror, Rogue (2007), che aveva tra gli interpreti sempre John Jarratt, nel 2013 ha realizzato la seconda parte del suo film del debutto. Wolf Creek 2 - La preda sei tu che vede nuovamente nel ruolo dell’assassino maniaco questo attore ormai sessantacinquenne con oltre quaranta anni di carriera alle spalle.
La storia è ambientata nell’arido nord-ovest australiano e inizia con due annoiati agenti della polizia stradale che fermano Mick Taylor, guidatore di uno scassatissimo pick up, accusandolo ingiustamente di aver oltrepassato i limiti di velocità. Dopo aver ricevuto la multa, l’uomo li uccide e brucia la loro auto. Una giovane coppia tedesca chiede un passaggio per Wolf Creek Crater, luogo tanto magico quanto isolato dal mondo, e campeggia nelle vicinanze. Nel corso della notte, Mick sta guidando nella zona e vede la loro tenda in lontananza, vorrebbe violentare la ragazza e dice loro che potrebbero essere multati per campeggio abusivo e si offre di portarli in città. Al loro rifiuto Mick uccide il ragazzo e insegue la ragazza che viene soccorsa da Paul, un automobilista inglese di passaggio, ma viene uccisa mentre il soccorritore riesce a fuggire e cerca riparo in una casa di anziani ma Mick riesce a bloccarlo e uccide sia il marito sia la moglie. Il giovane si sveglia a casa di Mick e subisce le sue torture. Con astuzia lo rende quasi suo amico, cantano e bevono assieme ma anche per lui, forse, è scritto il destino. Riesce a liberarsi e si imbatte in un gruppo di cadaveri o di persone massacrate ma ancora vive e cade in una trappola: si sveglia su un marciapiede di una piccola città, con indosso solo le mutande e con ferite su tutto il corpo. Viene accusato di essere l’assassino folle che uccide i turisti, riportato in Inghilterra e rinchiuso in un manicomio. Il regista è bravo nel creare terrore e ha realizzato un film sufficientemente imprevedibile in cui all’ottima confezione tecnica si aggiunge una storia che regge. Con una colonna sonora che comprende brani quali The Lion Sleep Tonight di Solomon Linda e The Evening Birds o il classico Il Danubio Blu di Johan Strauss (1825 – 1899), il regista pigia sull’acceleratore e inanella inseguimenti mozzafiato sia con mezzi vari che a piedi o a cavallo, crea atmosfere dark al interno del ranch del sadico, costruisce sapientemente il rapporto tra carnefice e vittima. Mick è un patriota che non accetta stranieri che danneggiano la sua Australia e li uccide come fossero capi di bestiame, annienta qualunque forma di vita gli attraversi la strada, canguri volanti compresi. L’uomo non conosce la pietà e nutre le sue giornate di sangue e gode sadicamente nel giocare al gatto col topo con le sue prede. Il rituale di caccia, fuga e morte si ripete senza lasciare un attimo di fiato. Mescolando tutti gli ingredienti dell’horror on the road, il regista non risparmia sangue e suspense creando un film che dovrebbe piacere agli appassionati del genere.
