La quarantenne, e bellissima, Elizabeth Banks pensa con intelligenza al suo futuro producendo, dirigendo e interpretando Pitch Perfect 2, seguito del fortunato film Voices (Pitch Perfect, 2012) che aveva dato lo spunto anche a un seguito serial televisivo. L’idea vincente era stata di basare un saranno famosi su adolescenti spesso sovrappeso o bruttine in cui per il pubblico giovanile era più facile identificarsi.
In Pitch Perfect 2 le Barden Bellas, gruppo di studentesse universitarie campionesse statunitensi di Canto a cappella, sono famose e vengono richieste addirittura per esibirsi davanti al Presidente per il suo compleanno. Beca e le altre hanno creato una bella coreografia che prevede che Ciccia Amy danzi appesa ad un telo dal soffitto del palcoscenico; ma i leggins della ragazza si strappano proprio lì e tutti capiscono che non porta intimo. Scandalo, annullamento di tournèe trionfale attraverso gli Stati Uniti in cui vengono sostituiti dai campioni europei. Non si perdono d’animo, a loro si unisce figlia di una delle ex Barden Bellas e seguono i loro avversari in varie esibizioni, li studiano e riusciranno a sconfiggerli durante i campionati mondiali. Elizabeth Banks, come regista, nulla ha aggiunto a quanto era stato proposto nel film precedente, utilizzando forse in maniera ancora più estrema quell’umorismo pericolosamente vicino ai limiti del pecoreccio senza mai superarli. Di sesso si parla molto e con un linguaggio che potrebbe essere quello degli adolescenti, molte situazioni sono vicine alla volgarità, ma la cineasta è riuscita, forse rinunciando ad una certa brillantezza nello sviluppo del racconto, a realizzare un film spesso divertente e mai realmente peccaminoso. Bravissimi gli interpreti perfetti nel rendere in maniera completa gli stereotipi a loro assegnati, ma la palma della più brava va ad Elizabeth Banks che si è disegnata il personaggio della elegantissima e spocchiosa commentatrice delle esibizioni, talmente antipatica da risultare simpatica; in coppia con lei il bravo John Michael Higgins razzista ma culturalmente tanto raffinato da scontrarsi perfettamente con la poca eleganza espressa sul palcoscenico. Ovviamente, le musiche sono perfette e la scelta di inquadrare più i singoli che non il gruppo mentre balla.