Film low cost, nulla aggiunge e nulla toglie al filone horror in cui è lecito inserirlo. Il titolo, fortunatamente non cambiato dai distributori italiani, rende perfettamente quello che la sceneggiatura racconta. The Lazarus Effect si occupa, infatti, di morti risorti in questo caso grazie ad esperimenti scientifici.
David Gelb, trentaduenne documentarista che lavora molto anche per network televisivi di rilievo, utilizza con una certa intelligenza questa sua esperienza nel suo primo prodotto di fiction, ma di fronte ad una sceneggiatura in cui sono presenti parti ridicole non sempre riesce a portare a riva un prodotto accettabile. Prima un insieme di date e avvenimenti che documentano da Platone (Il viaggio del soldato nell’aldilà, 380 avanti Cristo) fino ad oggi casi di persone resuscitate, poi l’inizio vero e proprio del film, con l’utilizzo del bianco e nero e un movimento della videocamera interessante e invasivo all’interno del esperimento eseguito in laboratorio. Poi l’esigenza di fare cassetta – il film ha ottenuto un discreto riscontro a livello internazionale – ha portato la narrazione ad un taglio più effettistico che lo rende fin troppo simile a tanti film horror con profumo di thriller che lo hanno preceduto. Si respira, comunque, un’atmosfera piacevole da B movie non solo nella narrazione ma nel tipo di recitazione dei volenterosi interpreti. Autentica protagonista, nel ruolo di Zoe, è la bellissima Olivia Wilde nel doppio di una scienziata che vive solo per gli esperimenti e la perfida creatura in cui, poi, si trasforma. Un gruppo di ricercatori, capeggiati da Frank e Zoe fanno un'incredibile scoperta: trovano il modo di riportare in vita i defunti. Dopo aver completato con successo, ma senza autorizzazione, un esperimento su un animale appena morto, il rettore della loro Università viene a sapere dei loro esperimenti ed il progetto è sospeso. Tutto il team decide comunque di riprodurre l’esperimento ma, a causa di un incidente, Zoe, viene orribilmente uccisa. Frank, pervaso dal terrore e dal dolore, li convince a fare qualcosa di impensabile: tentare di resuscitare la loro prima cavia umana. Inizialmente, la procedura si rivela un successo, ma la squadra presto si rende conto che qualcosa non va in Zoe. L'utilizzo su un essere umano porterà a pericolosi e inimmaginabili conseguenze per tutti. Mentre si rivela la sua strana, nuova personalità, il gruppo si ritrova intrappolato in una realtà raccapricciante. Non devono più a affrontare il problema di poter o meno riportare in vita qualcuno, ma piuttosto, la rabbia del suo ritorno.