Stefano Consiglio, per il suo debutto nel film di finzione con l’esperienza di tanti documentari presentati con successo in vari Festival, racconta l’improbabile storia di un’infermiera cinquantanovenne, di nascita francese ma con padre italiano, che nel pronto soccorso di Ospedale di Bari incontra marocchino trentenne. L'amore non perdona mette in primo piano la vicenda sentimentale dei due, lasciando volutamente nell’ombra contesti sociali e familiari che, pure apparendo, mai assumono connotazioni interessanti.
Lei è vedova da sette anni, vive sola ma spesso accoglie il nipotino che ama le sue crostate; la figlia appare solo per dire ovvietà. Lui è probabilmente un clandestino che per un attacco di appendicite finisce al pronto soccorso. Parla francese e ben presto tra i due nasce amicizia che, quando lei gli pratica una puntura in casa sua, diviene torrido amore. L’uomo si trasferisce da lei, la figlia cerca di convincerla che tutti la vedono come una poco di buono, perde la possibilità di vedere il nipotino e in ospedale tutti cercano di evitarla; ma l’amore trionferà. Il film, in tutte le parti in francese è sottotitolato, probabilmente perché è pensato più per un pubblico d’oltralpe che non per una circuitazione italiana e questo rende ancora meno appetibile la sua fruizione. La sessantenne Ariane Ascaride è più credibile quando si spoglia o si fa trasportare dalla passione che non come infermiera, mamma, nonna; forse perché sapeva che era più importante rendere credibile il rapporto fisico e sentimentale con il ragazzo di Tangeri; per il resto sembra unicamente leggere le battute. Per il trentacinquenne tunisino Helmi Dridi questa doveva essere l’occasione per farsi conoscere dopo una gavetta durata diciotto anni, ma purtroppo per lui dovrà attendere occasioni migliori. Le scene a Tangeri dove lei scopre che la suocera ha cinquantadue anni contro i suoi cinquantanove, l’incontro coi parenti è qualcosa assolutamente da dimenticare. Nelle ovvietà e qualunquismi e nella sceneggiatura vi è anche la scoperta che il marocchino potrebbe essere un pericoloso terrorista: lo dice il genero dell’infermiera, guarda caso poliziotto molto bene informato. Nonostante tutto, il film si può tentare di salvarlo perché sembra sincero, uscito così solo per una certa mancanza di esperienza. I problemi di ambientare i film a Bari per avere aiuti economici, l’esigenza di piacere ai produttori francesi porta il debuttante Stefano Consiglio ad essere preoccupato per come dice le cose, dimenticandosi a tratti della credibilità della vicenda.