Il cinquantunenne regista canadese di C.R.A.Z.Y. (2005) e del premiatissimo Dallas Buyers Club (2013) con cui ha vinto tre Oscar e ha ottenuto altri ottanta riconoscimenti internazionali, racconta l’incredibile avventura di una ragazza normale che, provata dalla morte della madre, dal divorzio dal marito maturato dopo sette anni di difficile convivenza seguito da un periodo autodistruttivo, decide di percorrere, senza alcuna esperienza o preparazione, oltre milleseicento miglia nel Pacific Crest Trail, uno dei percorsi più ardui per gli amanti della montagna.
Siamo negli anni ’90 e la donna è rimasta praticamente sola col fratello. Wild di Jean-Marc Vallée si muove al ritmo della camminata che racconta la rabbia di ogg, cementata con le lacrime legate alla frustrazione del passato. Da notare la piccola furbizia iniziale che fa vedere le splendide montagne e fa sentire la voce di una donna che sembra ansimare di piacere, ma prosegue e panoramica si ferma sull’immagine della protagonista, seduta e stremata con tanto di ematomi sulle gambe. E’ questa la linea narrativa scelta dal regista che dirige con grande abilità e racconta le emozioni della sua eroina anche attraverso un montaggio (da lui realizzato con lo pseudonimo di John Mac McMurphy) assolutamente efficace. Lo sceneggiatore Nick Hornby trae dal memoriale della vera Cheryl una vicenda che suona autentica e, per questo, originale e coinvolgente. In meno di cento lunghi giorni di sofferenze e sacrifici la donna riuscì ad arrivare alla meta, trovando le forze, mentali più che fisiche, per ripartire con una nuova vita. Pur non volendo togliere nulla alla bravura del regista, la riuscita del film è in maggiore parte da ascriversi all’interpretazione di Reese Witherspoon, nominata per gli Oscar e per il Golden Globe. La protagonista della vicenda raccontata dal film ha un nome e cognome, Cheryl Strayed, che ha proposto parte della sua vita in un libro che l’attrice ha letto con emozione e che ha voluto intensamente portare sul grande schermo. Da tempo anche produttrice, Reese Witherspoon ha scelto Jean-Marc Vallée quale regista e lo ha imposto alle major hollywoodiane che non lo ritenevano adatto a questa avventura. Alla lunga, ha dimostrato che aveva ragione, portando per ora al box office oltre trentotto milioni di dollari. A questo cineasta non interessa solo raccontare le drammatiche bellezze di questa indomabile natura ma, attraverso le varie tappe del viaggio di Cheril, fare anche uno spaccato dell'America delle grandi contraddizioni, concentrandosi sul percorso interiore di Cheryl. Mai patetica ma sempre molto umana Laura Dern che offre la sua bravura per rendere perfetta la dolce madre sofferente che la morte ha separato troppo presto dalla figlia.
