La brava autrice di cortometraggi Laura Bispuri per il suo debutto nella regia del lungometraggio con Vergine giurata si appropria del omonimo libro di Elvira Dones e realizza un film privo di interesse, incapace di coinvolgere, mal recitato da tutti a parte la bravissima Alba Rohrwacher. Realizza un lavoro accademico in cui mai rischia di essere originale, è assolutamente impreparata ad affrontare il suo cast, annoia con una pedanteria senza limiti che mai permette un minimo di libertà a chi mette la faccia sullo schermo.
Ambientazioni cupe soprattutto in Albania, scelta di realizzare le scene della rinascita della donna a Bolzano e Merano per potere ottenere centonovantottomila euro di contributi altoatesini. Nella sceneggiatura sono inserite scene poco credibili, dialoghi scontati che danno vita a immagini troppo prevedibili e al disagio degli interpreti preoccupati di non essere eccessivamente ridicoli. Eccezione fatta per Alba Rohrwacher, brava come sempre, relegata in ruoli drammatici e privi di gioia di vivere. Sussurra le battute, crea emozioni ma, tutto sommato, ripete un personaggio simile a tanti altri da lei interpretati. Brava è brava ma speriamo prima o poi di vederla impegnata in un film meno triste. Le scene girate in Italia dovrebbero essere più interessanti per lo schiudersi dal bozzolo della farfalla, ma così non è. Il film è stato presentato in concorso all’ultima Berlinale. Per fuggire al destino di moglie e serva imposto alle donne nelle dure montagne dell'Albania, ragazza orfana adottata anni addietro segue la guida dello zio e si appella alla legge arcaica del Kanun, che consente alle donne che giurano la loro verginità di imbracciare il fucile e di vivere e agire liberamente come un uomo, ma questa scelta diviene impossibile da sopportare. Lascia la sua terra, arriva in Italia e qui percorre un cammino che è un continuo e sottile attraversamento di due mondi diversi e lontani: Albania e Italia, passato e presente, maschile e femminile. La aiuta la nipote ma, forse, le apre la porta per un mondo per lei ancora più difficile.