Attenzione a non confondere questo film con tanta paccottiglia che ci viene propinata soprattutto da cabarettisti e personaggi televisivi che si inventano attori ed autori cinematografici sull’onda del successo ottenuto col piccolo schermo. Italiano Medio usa apparentemente lo stesso linguaggio di tanti prodotti trash, ma da questi si distingue per una caratteristica innegabilmente poco presente un po’ in tutto il cinema: l’intelligenza ed una certa originalità.
Per ingraziarsi il gusto pubblico Marcello Macchia, nome vero di Maccio Capatonda, lo soddisfa con alcune situazioni non certo raffinate, ma questo per ridurre le possibilità di difesa. In pratica, attraverso uno dei suoi personaggi, il regista e attore inizia a creare una satira dei costumi mai qualunquista che, come nella migliore tradizione della grande commedia italiana, colpisce tutti senza mai cedere ad una faziosità di comodo. C’è posto per vip corrotti e corruttori, trasmissioni televisive trash, lotte ecologistiche solo di facciata, una ragazza impegnata nel sociale che perde il fidanzato catturato dall’esuberante vicina di casa, un gruppo eco terroristico che si fa chiamare Salmoni perché vanno controcorrente, poveri che si arrangiano, voltafaccia di mestiere e così via. Si badi bene, non un insieme di gag unite da un canovaccio ma una sceneggiatura robusta che è agevolata nell’accettabilità del pubblico, forse un po’ perplesso per i contenuti proposti, dal uso anche di alcune gag. Trovata tra le trovate la trasmissione televisiva Mastervip in cui poveracci lottano per divenire vip e devono superare terribili prove, non ultimo dimostrare di non essere mammoni. Quando è considerata priva di interesse, la trasmissione si trasforma in reality in cui il migliore potrà divenire uno zappatore. Gli interpreti sono quasi tutti compagni di ventura di questo personaggio anomalo del mondo spesso microcefalico dell’intrattenimento televisivo. Marcello Macchia il cinema lo conosce bene – non è solo un personaggio televisivo – e in questo suo film di debutto alla regia è anche attore, soggettista, sceneggiatore, montatore e coautore di alcuni brani musicali. Come un po’ tutti i suoi colleghi di Mediaset, tenta il passaggio sul grande schermo sotto l’egida della distributrice Medusa: sviluppa un trailer di tre anni orsono, che annunciava un film - Italiano medio – che era la parodia di Limitless (2011), il fanta - thriller in cui Bradley Cooper assumeva una misteriosa droga capace di ampliare le proprie facoltà mentali. Nel trailer ideato dallo stesso regista succede esattamente il contrario: una pillola riduce la percentuale di cervello sfruttato, da un normale venti a un modestissimo due per cento. Sviluppando i due punti opposti di questo suo Giulio Verne nei momenti in cui è normale o completamente idiota, costruisce un film solo apparentemente scacciapensieri. Un ambientalista in crisi depressiva, alla soglia dei 40 anni, si ritrova a fare la raccolta differenziata in un centro di smistamento rifiuti alla periferia di Milano. Avvilito, furioso, depresso è ormai totalmente incapace di interagire con chiunque: con i colleghi di lavoro, con i vicini, con la famiglia e con Franca, la compagna di una vita. Non ci sono più speranze per lui fino a quando incontra Alfonzo, un suo vecchio e odiato compagno di scuola che gli dà una pillola che gli farà usare solo una piccola parte del cervello anziché quella, ben più ampia, che utilizzata normalmente.
