Tre cuori (3 coeurs) di Benoît Jacquot è il classico film francese abile, nella costruzione dei personaggi, fragile nella trama, buono a molti usi. Marc e Sylvie s’incontrano di notte in una cittadina della provincia francese, lui ha perso l’ultimo tremo per Parigi, lei è turbata perché deve dire al compagno se è disposta a trasferirsi con lui negli Stati Uniti o se vuol rimanere e in Francia e far naufragare la loro relazione.
Passano la notte girovagando per la cittadina deserta e si ripromettono d’incontrarsi il venerdì successivo nella capitale, vicino alla fontana del giardino delle Tuileries. Per una serie di disguidi lui non riesce ad arrivare in tempo, lei lo aspetta per più di un’ora, poi se ne va. Non si sono scambiati né nomi né numeri di telefono per cui non sanno come ritrovarsi. Lei, delusa, decide di partire per gli USA con il compagno, lui si mette a cercarla disperatamente e incontra la sorella di cui s’innamora e che sposa. Naturalmente la donna non sa nulla nella storia precedente e lui ignora di essersi messo con la sorella dell’amata. Dopo qualche anno e un figlio i due innamorati di una notte si ritrovano e riesplode l’amore folle che li aveva travolti sin dal primo sguardo. Tuttavia ora è impossibile riportare indietro le lancette dell’orologio e la fiammata sarà anche l’ultima fra loro. A detta dello stesso autore siamo in presenza di un melodramma il cui aspetto maggiormente positivo sta nell’interpretazione degli attori, meglio di alcuni di loro visto che Catherine Deneuve, nel ruolo della madre delle due sorelle, non va oltre la figura di contorno. In altre parole un film modesto e banale.