Dopo i titoli di coda c’è una bellissima scena in cui si vedono gli attori in carne ed ossa che, tramite la tecnica dello stop motion, sono divenuti le animazioni del film. E’ un giusto riconoscimento a chi aiuta a creare queste emozioni, a rendere possibile l’assoluta naturalezza dei personaggi con esteriorità da cartoni animati ed espressività umana.
Boxtrolls - Le scatole magiche si svolge a Pontecacio, un’elegante città dell’epoca vittoriana ossessionata dalla ricchezza, dalle classi sociali e da puzzolenti formaggi. Sotto le sue strade dimorano i Boxtrolls, dei troll immondi che strisciano fuori dalle fogne di notte per rubare ciò che gli abitanti hanno di più caro: i loro figli e i loro formaggi. Questo è quello che i residenti hanno sempre creduto. In verità, i Boxtrolls sono una comunità sotterranea di eccentrici, stravaganti e adorabili omini timidi e pavidi che indossano scatole di cartone riciclato come se fossero gusci di tartaruga. Hanno anche allevato un ragazzo umano orfano fino dall’infanzia come uno di loro. Quando saranno minacciati dallo sterminatore Arcibaldo che da anni sparge il terrore, ci penseranno proprio Uovo, il ragazzino cresciuto sottoterra, e Winnie Gorgon-Zole sua coetanea stanca dell'insensibilità del padre e decisa a scoprire tutta la verità sulle piccole creature per cui è stato imposto il coprifuoco alla città ormai da troppo tempo. L’animazione è curata dallo studio Laika che ha creato un bellissimo prodotto pensato non solo per un pubblico di bambini. Dopo Coraline e la porta magica (Coraline, 2009) realizzato sempre in stop motion e con atmosfere da horror, seguito dal riuscito ParaNorman (2012), ormai la società fondata nel 2005 da Philip Knight e Will Vinton è una realtà che artisticamente ricorda i titoli realizzati da Tim Burton senza peraltro rinunciare ad un proprio stile. Bello ma, forse, troppo raffinato per potere raggiungere platee oceaniche.