Una promessa (Une promesse) porta la firma del francese Patrice Leconte che, dopo il disegno animato La bottega dei suicidi (Le Magasin des suicides, 2012), si è rivolto al romanziere viennese Stefan Zweig (1881 – 1942) e al suo racconto Il viaggio nel passato (Widerstand der Wirklichkeit, 1933) per mettere in scena l’amore di un giovane ingegnere povero per la moglie del padrone dell’acciaieria in cui lavora.
Una storia dal taglio decisamente romantico, collocata in Germania fra il 1912 e la sconfitta nella prima guerra mondiale. Una vicenda che ha anche il taglio di un sentimento che si ribella alle costrizioni di classe ed economiche. Per questo la storia assume un valore che va oltre l’epoca in cui si colloca assumendo un respiro ben più ampio. E’ un film molto curato, di taglio scenografico quasi viscontiano – tutti gli arredi sono dell’epoca giusta – e un racconto elegante denso di sottili osservazioni, mai gridate. Un buon prodotto di cinema tradizionale, solido quanto anche se poco originale.