Michael Bay questa volta ha deve vedersela con la di trasformare effetti speciali, seppure affascinanti, in qualche cosa che assomigli ad un film o a qualcosa che emozioni e che faccia sopportare l’esagerata lunghezza di centosessantacinque minuti. Transformers 4: L'Era dell’estinzione inizia dove Transformers 3 era finito con una grande battaglia che aveva lasciato Chicago letteralmente in pezzi.
L’umanità si è ricompattata e sembra essere tornata alla normalità con Autobot e Decepticon quasi spariti dal pianeta. Un gruppo di potenti uomini d’affari, scienziati e uomini del Governo senza scrupoli tenta di impadronirsi delle tecnologie aliene spingendosi oltre i limiti da loro controllabili, mentre un’antica e potente minaccia di Transformer prende di mira la Terra. Ricomincia così l’epica battaglia tra bene e male, libertà e schiavitù. Il difetto principale del film è la una ripetitività che priva di interesse quanto accade sullo schermo: pochi personaggi che fanno sempre le stesse cose in maniera a dir poco prevedibile. Inutile la fantasia dei creatori di queste gigantesche armi da guerra ma con il cuore di esseri viventi che cercano di stupire come possono, in un gioco che dapprima diverte per poi trasformarsi in un’asfissiante sistema narrativo che non trasmette emozioni. Cascatori usati al limite della follia, corse automobilistiche in cui è difficile capire chi siano i buoni e chi i cattivi, computer graphic che fa lavorare gli attori di fronte ad enormi muri su cui vengono proiettate le scene che loro interpretano ma non vedono. Quattro anni dopo i catastrofici scontri avvenuti a Chicago l'inventore Cade Yeager, geniale ma senza fortuna, e sua figlia Tessa scoprono Optimus Prime ecco che una nuova battaglia rischia di compromettere ancora una volta la salvezza della Terra. A loro si unisce il fidanzato della ragazza che è un eccezionale pilota di rally, iniziano da qui interminabili scene che dell’azione hanno la struttura ma non il fascino.