Nick Cassavetes ha scelto il cinema dopo avere subito un grave infortunio che ha infranto il suo sogno di divenire giocatore professionista di pallacanestro. E’ vero, essendo figlio di due icone del cinema statunitense quali John e la bravissima Gena Rowlands, aveva partecipato come interprete a vari film, ma questa non era la sua autentica vocazione. Anche ora ogni tanto si cimenta quale attore, e con discreti risultati, forse superiori a quelli mediamente ottenuti come regista.
Lo dimostra anche con Tutte contro lui - The Other Woman realizzato in maniera più che accettabile ma che testimonia la sua incapacità di interessare, incuriosire e, essendo una commedia, divertire. Nel film del debutto dietro la macchina da presa, Una donna molto speciale (Unhook the Stars, 1996), aveva avuto tra gli interpreti Gerard Depardieu, Marisa Tomei e la madre, ma anche in quella occasione era parso più artigiano che autore. L’anno successivo She's So Lovely - Così carina (She's So Lovely), basato su una sceneggiatura scritta dal padre, con interpreti Sean Penn, Robin Wright e John Travolta aveva conseguito un risultato ancor peggiore. Su nove titoli diretti che ne sono alcuni di buon livello, tra questi il drammatico La custode di mia sorella (My Sister's Keeper, 2009) interpretato da Cameron Diaz. Questa nuova avventura assieme non ha sortito i risultati sperati dalla bionda attrice che sta cercando di recuperare la sua immagine di interprete più leggera che l’aveva fatta conoscere ed apprezzare agli esordi. Sembrava ci fosse riuscita con Bad Teacher - Una cattiva maestra (Bad Teacher, 2011) di cui è prevista la seconda parte a fine anno, ma qui torna a livelli nettamente più bassi a dimostrazione che o non sa scegliere i film da interpretare o è in crisi artistica. Il film racconta l’alleanza e amicizia tra tre donne con una costruzione che può ricordare facilmente Il club delle prime mogli (The First Wives Club, 1996) con Goldie Hawn, Bette Midler e Diane Keaton molto amiche tra loro che si coalizzano per farla pagare ai mariti che a loro hanno preferito più giovani compagne. La sceneggiatrice Melissa K. Stack è rigorosamente priva di idee e di spunti accettabili che tengano in piedi il film. Per strappare qualche risata il regista le tenta proprio tutte, in un degrado di gusto che era contestato in certo cinema di serie B e che qui assurge come unico elemento narrativo. Al protagonista maschile Nikolaj Coster-Waldau danno pastiglie per diminuire la libido, ormoni per fargli crescere i capezzoli, creme depilatorie al posto di bagno schiuma e, tanto per chiudere in raffinatezza, un lassativo che lo fa evacuare nei pantaloni con tanto di rumori esplicativi e dialoghi che tolgono ogni dubbio su quello che eventualmente lo spettatore non avesse capito. Tre donne, una è la moglie, l’altra la fidanzata che pensa lui sia libero e una terza a cui lui ha confessato di essere sposato ma che sta per divorziale perché la consorte lo tradisce. Inutile dire che il trionfo delle nuove amiche ha un completo happy end con un insieme di intrecci sentimentali che le uniscono ancora di più, visto che due di loro si metteranno in coppia con un parente di una delle altre tre. Forzatura dietro forzatura, illogicità in ogni dove, la moglie tradita diviene importante docente di finanza e amministratore delegato di aziende assolutamente in regola e creatrici di grossi utili, aiutata dagli ex soci del marito. Nel ruolo della donna tradita dal coniuge Leslie Mann moglie e musa di Judd Apatow, regista ed autore che ha realizzato alcune divertenti e politicamente scorrette commedie. La sua recitazione volutamente sopra le righe a volte diverte, a tratti da fastidio.
