Dany Boon, noto soprattutto per il bel Giù al Nord (Bienvenue chez les Ch'tis, 2008) diretto ed interpretato da lui stesso, torna ad essere solo attore dopo averci proposto le ossessioni compulsive di Supercondriaco (Supercondriaque, 2014). Tutta colpa del vulcano, diretto da Alexandre Coffre, é ambientato nel 2010 durante i giorni dell’eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajökul. Racconta la storia di Alain e Valerie, coppia separata da 20 anni che si ritrova sullo stesso volo in partenza da Parigi e diretto a Corfù, dove si celebrerà il matrimonio della loro figlia.
L’incontro fra i protagonisti si dimostra a dir poco temporalesco: i due ex non hanno mai sepolto l’ascia di guerra, e tra loro affiorano immediatamente gli antichi dissapori. A rendere il tutto ancor più turbolento le ceneri del vulcano che colmano i cieli di tutta l’Europa: Alain, Valerie, l’aereo e i passeggeri tutti devono atterrare a Stoccarda, dove un susseguirsi di vicissitudini li terrà distanti duemila chilometri dalla Grecia, ma li aiuterà a riavvicinarli rendendoli più condiscendenti e maturi di quando avevano interrotto il loro matrimonio. Sono stati realizzati molti film sia sulla coppia sia sul divorzio, ma non molti su una coppia di divorziati situazione frequente nella nostra realtà. Questo regista, che si era occupato di coppie anche in Une pure affaire (Un puro affare, non distribuito in Italia, 2011), si affida a Valérie Bonneton e Dany Boon per creare una specie de La guerra dei Roses (The War of the Roses, 1989) di Danny DeVito con toni di pari perfidia. Pur essendo tutto scontato, con trovate più che prevedibili, il film funziona e, se lo considera unicamente prodotto di intrattenimento, può essere visto con piacere. Dispiace che non vengano meglio sfruttati i personaggi minori, affidati spesso ad attori particolarmente efficaci. Dany Boon è bravino, ma non si sforza più di tanto per tentare di uscire da un cliché funzionale ma fin troppo ripetitivo. Discorso diverso per Valérie Bonne che sa essere dolcemente perfida con toni di sadismo che si incontrano solo in certi personaggi dell’animazione. Grazie alla complicità tra i due protagonisti il loro avventuroso viaggio in cui perdono soldi, faccia e vestiti, ma non l'abito nuziale della futura sposa, ha una certa gradevolezza. La scelta dei mezzi di trasporto sempre più improbabili aiuta l’ilarità. Da vedere pensando ad un prodotto leggero e inconsistente perfetto per una giornata d’estate.