Una bomba è scoppiata alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980 causando 85 morti e 200 feriti. La verità giudiziaria ha indicato gli esecutori della strage nei neofascisti Francesca Mambro e Giusva Fioravanti (nel film ribattezzati Antonella De Campo e Alviero Fiori) che, pur addossandosi una lunga catena di delitti compiuti dalla loro banda - i Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR) - ai danni di forze dell’ordine, armerie, banche e avversari politici, hanno sempre respinto ogni responsabilità sulla bomba esplosa nel capoluogo emiliano.
Con Bologna 2 agosto... I giorni della collera Giorgio Molteni e Daniele Santamaria Maurizio vanno lodati per aver avuto il coraggio di riproporre, con toni quasi documentari, quel grave fatto di sangue, ma devono anche biasimati per la pochezza del loro bagaglio stilistico. Rare volte è capitato d’imbattersi in un film tanto mal scritto, grossolanamente interpretato e dai dialoghi annegati nella frasi fatte. E’ un testo scombinato, generoso nelle intenzioni, ma dai toni del tutto simili a una modesta recita parrocchiale. E’ il caso tipico di un’opera che naufraga a causa della frattura fra importanza dei temi affrontati e modestia dei mezzi stilistici con cui sono rappresentati. Un contrasto che compromette l’intera proposta, non riuscendo a sviluppare né il fascino del racconto militante, né quello dell’affabulazione matura. Un vero peccato sia per il valore della denuncia – ricordo sia per la perdurante attualità delle pesanti responsabilità assunte da importanti organi (deviati) dello Stato sia, infine, per il ruolo occulto e le responsabilità che hanno gravato e ancora pesano su vasti settori della massoneria.