Non sono pochi gli estimatori del cinema del canadese David Cronenberg il cui film più conosciuto è l’horror La mosca (The Fly 1986). Dopo quel titolo questo regista ha dato prova di eccletticità muovendosi nei generi più diversi: dal thriller (La promessa dell’assassino, 2007) allo storico (A Dangerous Method, 2011), dal fantascientifico (eXistenZ, 1999) alla storia psicanalitica (Crash, 1996).
Con Map to the stars (Mappa verso le stelle) ritorna sui binari del thriller raccontando, con abbondanti intrecci temporali non sempre facilmente afferrabili alla prima visione, la storia di una famigli in cui i genitori scoprono di essere fratello e sorella. La cosa getta nel panico la figlia maggiore che fa fuoco alla casa, per punire padre e madre, riuscendo solo ad ustionarsi gravemente. Qualche tempo dopo ritorna a Hollywood dove, nel frattempo, il suo fratellino è diventato una star e suo padre un trainer psicofisico che ha come clienti dive famose. Fra queste una matura attrice (Julianne Moore, premio per la migliore interpretazione all'utimo Festival di Cannes) figlia di una star di un tempo, che spera di dare una svolta alla sua decadente carriera interpretando il ruolo che fu della madre in un rifacimento di una dei titoli di maggiore successo a cui aveva partecipato. Ci sono varie traversie, alcune della quali costruiate in modo da mettere in luce la volgarità e l’arrivismo di questa attrice un tempo famosa ed ora sull’orlo dell’emarginazione. In questo senso è esemplare la sequenza in cui lamatura diva dà istruzioni alla giovane segretaria seduta sul wc. Alla fine la giovane incendiaria riuscirà a portare a termine la vendetta inducendo la madre a suicidarsi con il fuoco e causando la morte per infarto del padre. Ora che tutto sembra sistemato fratello e sorella, che si sono sempre amati, si uccidono abbracciati. Il film è girato piattamente e racconta una storia confusa che non offre appigli di sorta se non quelli legati ad un modo di raccontare decisamente banale.