Affidare la creatura della giapponese Toho a Gareth Edwards, autore del piccolo gioiello sulle invasioni aliene Monsters (2010), si è rivelata una scelta vincente consentendo alla produzione di dare alla luce una pellicola affascinante, degna erede del grande cinema commerciale degli anni novanta. C’è il gigantesco Godzilla (oltre cento metri di altezza), ci sono i M.U.T.O., terribili ed eterni suoi rivali, ma, soprattutto, gli sguardi dei bambini, ed è in questa chiave interessante leggere il film del regista inglese che sposta l’interesse dallo spettacolare dal mondo degli effetti speciali a quello intimo di chi dalla vita si attende risposte certe e sicurezze.
Sono i figli che sembrano interrogarsi sul loro futuro e che guardano ai genitori non più come a supereroi che possono tutto ma ad esseri deboli, forse più di loro, che non capiscono per quale maleficio il tecnologico ventunesimo secolo possa essere distrutto da esseri malvagi o, meglio, da diversi che chiedono un loro spazio nel mondo degli umani. E’ probabile che il regista si sia formato sulla filmografia della Amblin Entertainment di Steven Spielberg, visto anche la capacità con cui fonde la fantascienza immaginifica degli effetti speciali con la cruciale costruzione, nella storia e un solido impianto emotivo. Con Godzilla l’autore è riuscito a coniugare Steven Spielberg e la sua concezione di spettacolo visivo, il cupo realismo di Christopher Nolan per arrivare ad un linguaggio di immagini pseudo documentaristiche con riprese virate al bianco e nero. Sembra di vivere lo svilupparsi delle azioni come se fossero proposte da un telegiornale. Il film fa vedere combattimenti tra kaiju, mostri tipici della fantascienza giapponese, con riferimenti alle tragedie collettive come l’11 settembre 2001 o lo tsunami con una perfetta commistione tra il disaster movie e il reportage. Racconta questo immane dramma anche attraverso la vicenda di un uomo, interpretato egregiamente da Aaron Taylor Johnson, in cerca della sua famiglia e involontario testimone oculare di tutti gli avvenimenti in cui appare Godzilla. L’ottimo action movie spesso si trasforma in una pellicola di dettagli e di ombre, di umane paure e del potere dei mostri, dei fallimenti dei grandi strateghi salvati dal coraggio di un piccolo ma molto motivato eroe. Gli sceneggiatori Max Borenstein e Dave Callaham, assieme al regista non dimenticano mai il peso drammatico di Godzilla soprattutto a San Francisco dove appare piano piano in scena per poi dominarla completamente. E’ lui il vero protagonista, mai grottesco, sempre sul filo di rasoio che separa il dolore alla spettacolarità. I test nucleari del 1954 effettuati dagli americani nell’oceano Pacifico risvegliano una enorme creatura anfibia, ritenuta leggendaria dalla mitologia orientale. Quando la marina americana tenta di ucciderla con un’esplosione atomica nel Pacifico, la gigantesca creatura inizia a vagare nelle profondità dell’oceano fino a quando antichi nemici, chiamati M.U.T.O., cominciano a minacciare la sua sopravvivenza, costringendo a riapparire portando distruzione ovunque vada. I M.U.T.O. creati per il film, sono creature preistoriche che si nutrono di radiazioni e che riescono ad assorbire tutta l’energia creando blackout, facendo precipitare aerei, portando la morte.
