Non capita con grande frequenza che un film italiano, con componenti comico – ironiche, si riveli anche un lieve e preciso ritratto della realtà. Francesco Bruni aveva già dato prova nel 2011 con Scialla! (Stai sereno) di saper indagare con delicatezza e attenzione i rapporti fra padri e figli, ora, con Noi 4, allarga il discorso all’intero nucleo familiare coinvolgendo anche madri, nonne, fratelli e sorelle.
Laura e Ettore sono stati sposati e hanno avuto due figli: Emma che, con la speranza di diventare attrice sta partecipando all’occupazione del teatro Valle, e Giacomo in procinto di affrontare l’esame di terza media. Laura è di origini russe è laureata in ingegneria e ha un ruolo da dirigente nella costruzione della metropolitana di Roma, Ettore si definisce sculture, ma, in sostanza, è un pigro che si crogiola nel non far niente. In un giorno di giugno questi quattro personaggi devono fare i conti con se stessi, ruotando attorno all’esame del più giovane. La madre è costretta a misurarsi con le proprie nevrosi e con un attivismo perennemente sopra le righe che la porta a vedere pericoli in ogni cosa. La figlia maggiore è alle prese con la paura che l’amorazzo con un famoso regista l’abbia messa incinta. Il fratellino, oggetto privilegiato delle ansie materne, oltre alla paura per l’esame deve fare i conti con l’attrazione per una coetanea cinese i cui genitori non guardano di buon occhio gli italiani. Il padre è costretto a prendere atto dei danni causati da un’infingardaggine cronica. Tutto finirà bene e la fine della giornata si aprirà su una mattinata in cui ogni cosa, unione familiare compresa, sembra andare a posto. E’ il punto debole di un film che, sino a quel momento aveva indagato con ironia, ma senza pietismo, i guasti di un nucleo familiare nevrotico e lacerato. Un passo falso che non compromette irrevocabilmente il bilancio di un film simpatico e intelligente. Non è poco nel panorama del cinema italiano di oggi