Come spesso capita nei film di Giovanni Veronesi, la decisione di utilizzare tra gli interpreti dei comici condiziona le scelte di sceneggiatura che, nel tentativo di fornire la battuta giusta, perde la drammaticità che pure s’intuisce essere presente. E’ successo con Manuale d’amore (2005 – 2007 – 2011) e in altri suoi film come regista, succede anche in Una donna per amica con Geppi Cucciari castratrice del marito violento e Fabio De Luigi innamorato senza speranza di un’amica francese che non capisce o non vuole capire l’attrazione che ha verso di lei.
Intendiamoci, la sceneggiatura scritta con Ugo Chiti funziona a tratti, soprattutto nelle scene più leggere, ma perde colpi quando dovrebbe occuparsi del dramma di un uomo che ha votato tutta la sua esistenza sentimentale alla affascinante Laetitia Casta. E’ un avvocato che ha abbandonato il Nord dopo un fallimentare matrimonio durato due anni e che si è trasferito in Puglia dove è anche divenuto assessore del Comune in cui vive. Rispettato e onorato, accetta qualsiasi pazzia per stare vicino a questa donna che lo considera solo un amico dicendo a tutti che è uno stimato legale. Resiste anni, quattro per l’esattezza, fino a quando per caso non incontra una ragazza con cui si farà una famiglia. Girato tra il Salento, Trani, Perugia e Bari, il film poggia su gag un po’ qualunquiste quali il dialetto per lui incomprensibile utilizzato varie volte dalla sua improbabile portinaia ma anche dall’istruttrice di surf di un villaggio vacanze, o il passaggio al metal detector dell’avvocato che a causa di una placca nel ginocchio fa scattare i sistemi di sorveglianza ironizzando su situazioni di handicap e facendo fare la solita figura da deficienti ai poliziotti. Oltretutto questa lunga gag è stata attaccata in coda al film, giustificata solo dal fatto che l’avvocato parte per Parigi con la famiglia e senza altri momenti di contatto con la vicenda. Sembra quasi sia stata creata per allungare un film innegabilmente corto che, titoli compresi, dura qualcosa meno di un’ora e mezza. Laetitia Casta si impegna e risulta gradevole, Fabio De Luigi interpreta il solito personaggio dell’imbranato bamboccione, Geppi Cucciari è protagonista solitaria della gag sulla castratrice del marito, Monica Scattini ha un personaggio che dovrebbe collegare la realtà locale con la vita dell’uomo, Adriano Giannini è utilizzato come sex symbol truccato da agente della Forestale che si sposa con la Casta dopo una settimana dal loro incontro e che si rivela un uomo violento. Veronesi può fare molto meglio.