Ron Woodroof è un elettricista texano che imbroglia gli scommettitori che gironzolano attorno ai rodei, sniffa cocaina, fuma marijuana, frequenta donne di facili costumi, disprezza gli omosessuali e, s’intuisce, anche quelli con la pelle di diverso colore dal bianco. Un giorno finisce casualmente in ospedale, scopre di essere affetto da AIDS e, gli dicono, di avere ancora un solo mese di vita. E’ questo un punto di svolta drammatico nella sua vita: inizia ad interessarsi della malattia, deve fronteggiare l’ostracismo degli ex amici che ora lo evitano e avere contatti con malati e gay.
Un cambiamento radicale che lo porta a scoprire gli interessi della case farmaceutiche che covano dietro la sperimentazione di nuovi medicinali, i veri motivi che guidano l’operato della Food and Drug Administration (FDA) e, soprattutto, l’esistenza di cure alternative non ammesse negli Stati Uniti sia per ragioni burocratiche sia per tutelare gli utili delle grandi aziende del settore. Inizia a questo punto una vera e propria guerra di Davide contro Golia, con importazioni fraudolente di medicinali e creazione di organismi, come il Dallas Buyer Club, attraverso cui i malati possono ricevere le cure negate dalla sanità pubblica. Il film del canadese Jean-Marc Vallée nasce dalla storia vera di un rozzo texano, nato 1950 e scomparso nel 1992, che ha osato sfidare uno dei più potenti enti pubblici statunitensi. Il regista ha fatto di questa storia un vero e proprio itinerario di redenzione e presa di coscienza di un uomo comune che, attraverso malattia e rabbia, approda a tolleranza e apprezzamento dei valori umani. Lo ha sorretto anche la straordinaria performance di Matthew McConaughey che, fra l’altro, ha perso molti chili per trasformare il suo fisico statuario in quello emaciato del malato terminale. Una prova percorsa assieme a Jared Leto che ha compiuto lo stesso itinerario. Il film punta molto sugli effetti diretti e non evita alcune cadute eccessivamente melodrammatiche, ma approda a un bilancio sicuramente positivo.
