Luca Miniero si è ormai specializzato nella commedia Sud/Nord o, quantomeno, ha ottenuto i migliori risultati al box office con titoli tipo Benvenuti al Sud (2010) e Benvenuto al Nord (2012) dopo avere debuttato con Incantesimo napoletano (2002) diretto in coppia col suo amico di sempre Paolo Genovese in cui la protagonista era Assuntina, bimba figlia di partenopei che si esprimeva solo in milanese.
Riscrivendo una vecchia sceneggiatura creata con Federica Pontremoli, collaboratrice di Nanni Moretti per film di buon livello quali Il caimano (2006) e Habemus Papam (2011), in Un boss in salotto ha cavalcato il solito rapporto Nord Sud con qualche piccola variazione. Stupisce che proprio la scrittura sia la parte più debole del film, con poche idee e dialoghi non sempre piacevoli. Senza l’apporto dei bravi interpreti, saremmo di fronte ad una mediocre commedia da archiviare in fretta. La storia è quella di una ragazza meridionale, con fratello piccolo delinquente, che si è trasferita in Alto Adige facendo credere a tutti che il congiunto sia morto. E’ sposata con un uomo dolce e privo di nerbo che è suo succube, ha due figli perfettamente inquadrati in una media borghesia che vivono senza potersela permettere e dove lui per accontentare l’esosa moglie si rivolge agli strozzini. Quando la Polizia la convoca per accogliere in casa il fratello coinvolto in grosso processo sulla camorra le crolla il mondo addosso. Questo che in molti credono boss camorrista è, invece, rispettato perché sperano di ottenerne favori: da quel momento per la famiglia ci sono solo inaspettati miglioramenti. Girato a San Candido, Bressanone e Bolzano, poco dice di questi posti visti solo come un generico Nord. Il personaggio dell’imprenditore interpretato da Alessandro "Ale" Besentini è un padano e si comporta come tale, come del resto la moglie Angela Finocchiaro, tutti gli altri sono anonimamente settentrionali: probabilmente il quasi mezzo milione di euro ottenuti dalla BLS Südtirol Alto ed altri finanziamenti della Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige hanno indotto i produttori a fare ambientare il film in questa parte d’Italia. Paola Cortellesi è nevrotica al punto giusto impegnata a cercare di cancellare ogni traccia della sua appartenenza al Sud, Rocco Papaleo è bravissimo a non soccombere sotto la macchietta che gli hanno affidato, Luca Argentero è forse il più bravo con un personaggio di perdente che interpreta con triste accettazione, gli altri sono tutti attenti a sfruttare le poche occasioni offerte dalla sceneggiatura.