Leonardo Pieraccioni fa parte di una pattuglia di attori, in prevalenza comici, e registi toscani che comprende Giorgio Panariello, Alessandro Benvenuti, Massimo Ceccherini e, seppur in posizione più defilata, Alessandro Haber. La su produzione cinematografica, da I laureati (esordio alla regia nel 1995) a Il ciclone (1996), sino ai più recenti Io & Marilyn (2009) e Finalmente la felicità (2011), è segnata da una bonaria ironia che, seguendo la tradizione vernacolare toscana, non disdegna battutacce e situazioni pruriginose, ma approda a prevedibili finali lieti e rappacificatori.
E’ quanto accade anche in Un fantastico via vai, storia di un bancario cacciato di casa da una moglie ingiustamente sospettosa convinta che lui la tradisca con un’altra. Privo di un tetto, s’imbarca nella difficile coabitazione con un quartetto di studenti universitari che dividono un appartamento per la cui gestione quotidiana hanno stabilito regole ferree. Ovviamente l’arrivo del quarantenne fra questi ventenni scompagina molte cose, ma risistema anche una serie di situazioni incancrenite (la ragazza fuggita dalla famiglia siciliana perché rimasta incinta di un uomo che non ha alcuna intenzione di sposarla) o apparentemente irresolubili (la giovane fidanzata con un ragazzo di colore che non trova il coraggio di presentarlo al padre razzista). Ovvio che alla fine tutte le tessere andranno al loro posto e ogni storia approderà al giusto happy end. E’ un film leggero, privo di snodi realmente originali, popolato di personaggi più abbozzati che realmente approfonditi, ma capace di far passare allo spettatore un paio d’ore senza troppi pensieri. E’ poco, ma non è neppure nulla.