Leopold von Sacher-Masoch (1836 – 1905) è uno scrittore austriaco di origini spagnole e ucraine. Il termine masochismo nasce, per opera dello psichiatra austriaco Richard von Krafft-Ebing (1840 – 1902), dagli stati d’animo descritti nei romanzi di quest’autore. Fra i testi da lui pubblicati il romanzo erotico Venere in pelliccia (Venus im Pelz, 1870) ha avuto un ruolo fondamentale.
E’ un testo che è stato utilizzato anche come prodotto pornografico e, per questo censurato. Roman Polanski ha preso spunto da un testo teatrale dell'americano Davis Ives (1950), messo in scena nel 2011, per Venere in pelliccia (La Vénus à la fourrure) in cui due soli interpreti si affrontano sulla scena di un teatro parigino piuttosto malandato. Lui è un drammaturgo che ha adattato per il palcoscenico il romanzo e ha deciso di dirigere lo spettacolo, stanco dei continui tradimenti che altri registi riservano a testi che lui ama o ha scritto. Lei, Vanda, è un’attrice, volgarotta e prosperosa che si presenta in ritardo ma equipaggiata di tutto il necessario, all’audizione indetta per scegliere la protagonista dello spettacolo. Dapprima il teatrante mostra irritazione e vorrebbe andarsene senza ascoltarla, poi cede e qui avviene il miracolo: quella donna sboccata e grossolana si rivela una figura ideale per suggerire al drammaturgo modi diversi di leggere il testo, intonazioni da dare al copione, addirittura battute da mutare o inserire nel dialogo. La prova si trasforma così in una sorta di seduta psichiatrica in cui è messo in discussione l’ideale femminile dell’uomo, fatte emergere le sue pulsioni profonde, ribaltati i ruoli dei due protagonisti. Adesso è l’attrice a guidare la danza e il regista ad accettarne ritmi e movimenti. Una donna che, forse, si è già trasferita in una dea o nel mito dell’eterno femminino. Ne emerge una sorta di radiografia dell’anima maschile nei confronti dei sentimenti suscitati dall’ideale femminile. E' un miscuglio di voglia di dominazione e tendenza alla sottomissione, aggressività e ritrosia. E' un film molto bello, girato in maniera straordinaria cui danno un contributo fondamentale Emanuelle Seigner (nella vita moglie del cineasta) e Mathieu Amalric.