Il cacciatore di donne è l'opera prima di Scott Walker, notissimo creatore di pubblicità raffinata per i più famosi marchi internazionali. E' un thriller tratto da una vicenda realmente accaduta ma ricostruita con più di una libertà. Il film assomiglia molto come costruzione e ambientazioni a Insomnia (2002) di Christopher Nolan ma non riesce mai a raggiungerne la drammaticità ed il suo senso di tensione continua. Problema fondamentale è legato alla scelta di non avere un solo protagonista per condurre la narrazione bensì tre creando un distacco tra emozioni dello spettatore e quello che accade sullo schermo.
Il sergente della Polizia interpretato da Nicolas Cage sta per cambiare lavoro perché la moglie non sopporta più di avere un marito troppo preso dalla sua professione, mancano due settimane perché diventi dipendente di società petrolifera ma il suo capo gli affida un nuovo caso. Una giovane prostituta, la ex disneyana Vanessa Hudgens, è stata trovata ammanettata dalla Polizia che la salva da terribile morte che le avrebbe procurato a breve un maniaco. Il maniaco è John Cusack, rispettato padre di famiglia che ha ucciso almeno sette ragazze, tutte giovani e dalla stessa corporatura nascondendole nelle foreste dell’Alaska. Con una narrazione monocorde, immagini volutamente prive di impatto visivo, attori non sempre convinti di quello che stanno facendo, il film si sviluppa solo nell’attesa di sapere come verrà inchiodato l’assassino identificato subito dal poliziotto ma su cui non si trovano prove tali da convincere il magistrato ad ordinare nemmeno una perquisizione. Questa attesa è spesso noiosa perché Nicolas Cage come sempre è poco espressivo, John Cusack poco fa per essere credibile e Vanessa Hudgens carica eccessivamente di stereotipi la figura della ragazzina violentata di buona famiglia che diviene prostituta per avere una propria vita. In effetti, la sceneggiatura poggia molto su di lei, fin troppo. Sembra quasi essere il personaggio principale a cui il copione ha offerto più chance, ma che, sia per l’ovvietà della figura sia per la limitata bravura dell’attrice, non appare mai realmente interessante. Tra le tante cose poco credibili, proprio nei primi minuti del film la ragazza ammanettata liberata da poliziotto con chiavetta di quelle che lui ha in dotazione e il maniaco che entra nella pasticceria di cui è proprietario, toglie con guanti teglia bollente dal forno e sua dipendente a mani nude toglie uno dei dolci appena sfornato. Detto questo, il film ha comunque una certa bellezza legata soprattutto alle immagini che dipingono la natura ed i contrasti dell’Alaska.