Gravity (Gravità) diretto dal messicano Alfonso Cuarón è un grande film spettacolare americano, un piacevole colosso in 3D che parte dall’ipotesi che una coppia di astronauti - lei (Sandra Bullock) alla prima missione, lui (George Clooney) alla vigilia della pensione – si trovino a vagare nello spazio dopo che una pioggia di meteoriti ha distrutto la navicella sui cui viaggiavano.
L’uomo, che è anche il comandante della missione, secondo consolidate tradizioni si sacrifica quasi subito per salvare la vita alla donna. Lei si trova sola nello spazio con l’unica speranza di rifugiarsi, prima, in una stazione spaziale russa e, dopo che aver scoperto che nel modulo di salvezza russo non c’è più carburante, cercare di arrivare sino ad un’istallazione cinese e usare la navicella di salvataggio di quell’impianto per ritornare a gustare l’agognata gravità terrestre. Naturalmente la missione andrà a buon fine, ma solo dopo che la protagonista avrà affrontato non poche traversie. E’ un prodotto super spettacolare in cui i due divi che vi compaiono hanno un ruolo persino secondario rispetto alle meraviglie create la computer usando non poche immagini raccolte da varie missioni spaziali. Un ottimo film per quanto riguarda gli apparati commerciali, ma un prodotto del tutto trascurabile se si ha a cuore la funzione creativa del cinema.