The Bling Ring (in senso lato: La banda degli improvvisati) è l’ultima fatica e quinta di Sofia Coppola. Lo spunto nasce da un fatto di cronaca, la scoperta, a Los Angeles, di un gruppo di adolescenti di buona famiglia affascinati dagli oggetti di lusso al punto da svaligiare le dimore di personaggi famosi per rubare borse, scarpe, gioielli e orologi di grandi marche. Prima di essere individuati e arrestati dalla polizia avevano già accumulato una refurtiva di più di tre milioni di dollari.
Il film dovrebbe essere il ritratto di una generazione spogliata di qualsiasi valore se non quello dell’apparire ad ogni costo, ma lo sguardo della regista, anche lei affascinata dal glamour, in particolare dalla scarpe dei grandi stilisti, getta non poca ambiguità sull’intera operazione che finisce per assomigliare più alle pagine di una rivista patinata che non a un discorso lucido sul consumismo. Immagini coloratissime e laccate, montaggio simile a una raccolta di balletti (le intrusioni nelle varie case delle star fa cui la dimora, kitsch ed enorme, di Paris Hilton), qualche impercettibile scintilla d’ironia affondano un film ben poco significativo. Un aspetto che la regista trascura quasi in toto sono i rapporti e le responsabilità dei genitori, che sono visti o come macchiette decerebrate (la madre che alleva i figli nel mito di una sorta di religione del successo) o scompaiono del tutto dallo schermo. In definitiva un’opera assai poco interessante e quasi per niente divertente.