Il mondo dello sport è ricco di coppie in conflitto, si va dal ciclismo (Fausto Coppi e Gino Bartali), al calcio (Maradona – Careca) all’automobilismo. Questo sport, rumoroso e pericolosissimo, ospitò, alla metà degli anni settanta, la rivalità fra l’austriaco Niki Lauda (1949) e l’inglese James Hunt (1947 – 1993). Uno scontro che ebbe nel 1976 il suo annus horribilis. In quella stagione il pilota austriaco usci vivo, ma sfigurato, dal terribile incidente occorsogli il promo agosto durante il Gran Premio di Germania, corso sul pericoloso circuito del Nürburgring, mentre il britannico, che era molto indietro nella classifica piloti, riuscì ad aggiudicarsi il campionato mondiale vincendo alcuni gran premi.
Lauda ritornò alle gare nel Gran Premio d’Italia, dopo soli quarantadue giorni dall’incidente, piazzandosi al quarto posto. Lo scontro fra i due si risolse al Gran Premio del Giappone, sul circuito del Fuji. L’inglese vinse la gara negli ultimi giri e diventò il nuovo campione del mondo mentre l’austriaco, prima guida della Ferrari, si ritirò poco dopo la partenza valutando troppo rischioso proseguire la competizione sotto una fitta pioggia. Ron Harward, ex attore televisivo e regista abilissimo, ha dedicato a questi due personaggi un bel film automobilistico, Rush, in cui sono focalizzate le differenze caratteriali e umane dei due corridori. Niki Lauda è freddo, razionale, incurante della simpatia altrui, James Hunt è un viveur che non si nega donne, alcol, droga. Non è certo un caso se il primo ritornerà alle corse già l’anno dopo e vincerà, con Ferrari e McLaren, altri due campionati del mondo, (il primo lo aveva visto nel 1975 sempre con la scuderia di Maranello) mentre l’inglese abbandonerà l’attività agonistica nel 1979 e morirà per un infarto nel 1993. Il film raccoglie l'eccelenza del cinema di genere e lo fa con una sceneggiatura, firmata da Peter Morgan, uno dei migliori autori in circolazione, suoi i testi per The Queen - La regina (The Queen, 2006), regia di Stephen Frears, Frost/Nixon - Il duello (Frost/Nixon, 2008), anche questo per la regia di Ron Howard e Hereafter (2010), regia di Clint Eastwood. Ne nasce un film teso e capace di catturare l’attenzione dello spettatore utilizzando uno sport che, diciamolo francamente, per il pubblico non specializzato è spesso noiosissimo.